Dejana Dotlic, un sogno chiamato A2
BELLUNO. Sogno serie A per Dejana Dotlic. Dopo aver trascinato il Valbelluna basket femminile per tre stagioni, dal salto di categoria nel 2013-14 dalla Promozione alla serie C poi difesa per due campionati, la cestista classe 1982 ormai bellunese a tutti gli effetti (abita a Levego con il marito e due splendidi bambini), quest’anno è passata al Ponzano in B e adesso sta inseguendo la promozione in A2. La sua squadra ha vinto l’andata della finale e domenica andrà a Roma contro il San Raffaele per il ritorno con una dote di 6 punti di vantaggio per la differenza canestri, che deciderà la vincitrice.
«È una soddisfazione enorme, ma alla A2 ancora non penso. Comincerò a farlo da lunedì mattina se riusciremo a portare a casa la partita domenica. Non che il pensiero non mi sfiori, però non voglio prendere una decisione su cosa farò l’anno prossimo prima della finale. Voglio giocarmela con tranquillità. Si gioca per disputare questo tipo di sfide, le più belle. Ti impegni e fai dei sacrifici per arrivare qui».
Vietato fare calcoli. «Partiamo come se fossimo 0-0, la cosa più sbagliata sarebbe fare calcoli», dice Dejana Dotlic, protagonista di una stagione iniziata con una sfortunata distorsione alla caviglia che l’ha frenata, ma poi proseguita bene, con una media di 9.5 punti in 25 partite, seconda miglior marcatrice della squadra.
«Mi sono “scavigliata” per la prima volta seriamente in carriera alla prima partita, ne ho saltate due e nella prima parte di campionato l’infortunio mi ha penalizzato. Una volta recuperato, è andata bene e nel complesso sono soddisfatta», racconta la giocatrice. «Mi sono inserita in squadra senza difficoltà e si è creato un bel gruppo, che è arrivato fino alla fine».
Tutto in una partita. Dopo aver battuto Giussano nei quarti e Montecatini in semifinale, domenica c’è la sfida decisiva a Roma. «Abbiamo fatto una bella stagione, adesso bisogna coronarla. Dobbiamo metterci tutto quello che abbiamo. Andiamo giù per vincere, non si pensa che a questo. Puoi prepararti, ma non puoi programmare quello che succederà, bisogna pensare solo a dare il massimo. Sarà una partita equilibrata. È una bella finale, siamo alla pari. Siamo due squadre che corrono, loro forse hanno qualcosa in più dal punto di vista fisico, noi da quello tattico. Dalla nostra abbiamo qualche giocatrice con un po’ di esperienza in più e abbiamo una bella difesa, che è stata il nostro punto di forza».
Cresce l’attesa. La pressione e la tensione sono da mettere in conto, ma «nessuna preoccupazione», prosegue Dejana Dotlic. «La finale si vincerà di testa. La spunterà chi manterrà più sangue freddo e sarà più preparato a giocare il proprio basket, commettendo meno errori. Vincerà chi avrà più concentrazione. Speriamo che il nostro pubblico ci segua».
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