Dell’Osta concede il bis: va più piano di un anno fa ma dà oltre 4’ a Geronazzo

In gara in 1050 sui 33 chilometri di un tracciato di incommensurabile bellezza che parte da Misurina e si snoda tra le Tre Cime, il Paterno e la Croda de Toni 

1.050 concorrenti, 33 chilometri, 1230 metri di dislivello positivo, 2. 120 negativo. Una giornata di splendido sole e uno scenario di incommensurabile bellezza, le Dolomiti di Auronzo. È questa la sintesi della Camignada poi siè refuge, corsa in montagna proposta dalla locale sezione del Club alpino italiano, evento andato in scena ieri con partenza da Misurina, passaggi ai rifugi Auronzo, Lavaredo, Locatelli e Piani di Cengia (da tre stagioni non si passa per Comici e Carducci a causa della frana che ha reso impraticabile la Val Giralba) per poi proseguire verso i laghi di Cengia, la Val di Cengia e lo sbocco in Val Marzon, prima di immettersi sulla ciclabile che conduce al traguardo del palaghiaccio di Auronzo.

Il più veloce, come già lo scorso anno, è stato Giorgio Dell’Osta: ingegnere, classe 1980, di Padola di Comelico Superiore, Dell’Osta ha portato a termine la propria fatica in 2h, 43’30”, tempo superiore di 4’ rispetto a quello fatto registrare nel 2017. Dopo aver fatto gara di testa insieme ad Enrico Bonati (una tirata “a tutta” per lo scalatore rodigino fino al rifugio Auronzo, con l’intento di scompaginare le carte e mettere in difficoltà gli atleti con maggiore dimestichezza con la discesa) per la prima parte di gara, Dell’Osta ha poi preso in mano la gara da solo e l’ha gestita con relativa tranquillità, tagliando il traguardo di Auronzo con 4’05” di vantaggio sul trevigiano Ivan Geronazzo, autore di un bel recupero nella seconda parte di gara, e con 6’15” sul comeliano di Presenaio Tiziano Gandus.

Tra le donne, la firma sulla Camignada 2018 è quella di Giulia Montagnin, trevigiana che vive e lavora nel Cuneese, comandante della tenenza di Saluzzo della Guardia di Finanza. La portacolori dell’Atletica Saluzzo ha conquistato la vittoria proprio nelle ultime centinaia di metri: ha raggiunto e superato la bellunese Stefania Zanon all’ultimo chilometro, lungo la ciclabile che porta al palaghiaccio. 3h17’43” il tempo di Montagnin. In scia la piazzata e la terza classificata, rispettivamente la feltrina Francesca Tonin (3h18’01”) e Stefania Zanon (3h18’25”).

Al di là dei risultati agonistici, è da sottolineare come la Camignada sia stata, ancora una volta, un’occasione speciale straordinaria per vivere una giornata immersi in un paesaggio che riesce a dare, ogni volta che lo si percorre, nuove immagini e nuove sensazioni; la corsa infatti si sviluppa attraverso i gruppi delle Tre Cime di Lavaredo, il Paterno, la Croda de Toni, mete di escursionisti che amano la montagna, con i suoi silenzi e le sue cose semplici: tanti dei concorrenti hanno affrontato la Camignada proprio con questo spirito, chiudendo la loro fatica per le 18, tempo massimo.

«La Camignada? Dura e spettacolare», dice il vincitore Giorgio Dell’Osta, «è stata una giornata dura a causa del gran caldo. Soprattutto la parte finale in piano, lungo la ciclabile è stata una sofferenza. Siamo partiti forte e siamo andati sparati fino al rifugio Auronzo, poi pensavo che qualcuno si facesse sotto, invece mi sono trovato a guidare da solo. Il successo dello scorso anno è stato inaspettato. Entrambi sono stati sofferti». «La Camignada è sempre spettacolare» commenta Geronazzo, «sono venuto qui per prepararmi all’ultra trail del monte Bianco: nella prima parte ho sofferto, nella parte in discesa ho recuperato bene, sono davvero contento». «Sono partita forte, conducendo in testa la salita verso il rifugio Auronzo e poi verso il Locatelli. Al tredicesimo chilometro è iniziata la discesa e io in discesa sono ferma: ho perso terreno, recuperandolo poi nel finale e andando a vincere», spiega Giulia Montagnin, «paesaggi stupendi, mi sono divertita. E mi sono emozionata ripercorrendo sentieri e luoghi percorsi tanti volte nella vacanze ad Auronzo della mia infanzia. Grazie alla mia famiglia, che mi sostiene sempre». —


 

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