Dorothea Wierer, il relax dopo un’annata d’oro. «Sto a casa: cucino, stiro, faccio ordine»
Gianluca De Rosa BELLUNO
Doro è d’oro. Un gioco di parole quasi scontato, ma in grado di rendere a pieno il magic moment vissuto dalla regina del biathlon anche in tempo di coronavirus. Dalla val di Fiemme, dove vive insieme al marito Stefano Corradini, la Wierer riavvolge il nastro di una stagione fantastica, culminata con la vittoria della coppa del mondo dopo la medaglia d’oro appesa al collo ai mondiali di Anterselva. Con un pensiero nella testa: centrare il tris, seguendo alla lettera il famoso adagio che recita “non c’è due senza tre”, per entrare di diritto nella storia degli sport invernali.
A mente fredda, che stagione è stata per Dorothea Wierer?
«Fantastica. Sento di aver compiuto un piccolo miracolo sportivo. Non da sola, voglio sottolinearlo subito. Dietro i miei successi si nasconde un gioco di squadra straordinario ed affiatato. Tutti, chi in una maniera chi in un’altra, hanno offerto il loro contributo. Dai miei compagni e compagne agli allenatori passando per la federazione. Da sola non ce l’avrei mai fatta. Per quanto mi riguarda, l’aspetto mentale si è rivelato fondamentale. Ho iniziato la stagione male, con continui problemi di schiena. Mi ero un po’ buttata giù ma non ho mai mollato. Importantissima si è rivelata la vittoria conquistata nella prima gara in calendario in Svezia, a Ostersund, Lì è scattata una molla positiva dentro che mi ha portato a concludere la stagione in maniera indimenticabile».
Stagione ricca di successi che vale la definitiva consacrazione per te che sei arrivata sul grande palcoscenico un po’ tardi. Come e dove è cambiato il modo di approcciarti al biathlon?
«Quando ho iniziato a gareggiare il biathlon era uno sport per pochi. In Italia eravamo indietro anni luce rispetto ad altri Paesi, se un nostro atleta concludeva una gara nei primi venti potevamo considerarlo un miracolo. Non ho mai pensato che questo potesse diventare un lavoro. Lo consideravo più un passatempo, per me che dedicavo molto tempo allo svago. Poi col passare del tempo le cose sono cambiate. A livello personale, c’è stato un momento in cui ho deciso di cambiare soprattutto testa. Ho messo da parte il divertimento, che comunque è parte fondamentale della vita di ogni adolescente, per dedicarmi anima e corpo all’attività sportiva. Un ruolo fondamentale nel mio percorso di crescita lo ha avuto quello che poi è diventato mio marito (Stefano Corradini, allenatore di fondo delle Fiamme Gialle, ndr). La sua presenza mi ha donato tranquillità. È diventato un punto fermo sul quale ho fondato ogni mio successo».
Volendo guardare già al futuro, verrebbe da dire “non c’è due senza tre”.
«Già, ma è ancora presto per pensare alla prossima stagione. In questo momento ho solo voglia di staccare la spina, dedicarmi alla casa ed alla famiglia. Passo il mio tempo a fare la brava donna di casa. Cucino, stiro, metto in ordine. Alla prossima stagione sportiva ci penseremo più avanti. I passaggi da valutare attentamente sono tanti, dalla costruzione delle squadre alla definizione degli staff tecnici. E poi un particolare non di poco conto. Ho trent’anni. Sono orgogliosa di tutto quello che ho fatto. So che vincendo per la terza volta consecutiva una coppa del mondo entrerei nella storia degli sport invernali (nel biathlon femminile è successo una sola volta, alla svedese Magdalena Forsberg, ndr) ma in questo momento non lo considero un obiettivo realistico».
Ed allora torniamo per un attimo indietro, precisamente ai mondiali di Anterselva che oltre a far registrare il Wierer-show hanno offerto un notevole impulso alla conoscenza del biathlon.
«I mondiali in casa erano un evento da sfruttare a livello mediatico e così è stato. Sono stati organizzati in maniera eccellente ma la differenza l’ha fatta la trasmissione delle gare in diretta Rai. È così che il biathlon è entrato nelle case degli italiani rivelandosi per quello che è: uno sport fantastico. La speranza è che la stessa attenzione rivolta al nostro movimento durante i Mondiali possa confermarsi con maggiore continuità».
Dorothea Wierer nel frattempo è diventata una star dei social, con un profilo Instagram cliccatissimo tanto da far impallidire i più noti influencer.
«Mi viene da ridere (e ride davvero, ndr) perché quello che pubblico su Instagram mette in mostra quella che sono realmente nella vita di tutti i giorni. Qualcuno mi pensa forse una musona, concentrata su gare ed allenamenti ma invece sono molto diversa. Sono ironica, sempre pronta a strappare un sorriso. Su Instagram mostro il mio lato più vero, faccio tutto da me in maniera molto naturale. L’ultima foto pubblicata ne è la conferma: in questi giorni sono davvero impegnata nelle pulizie di casa! Approfitto dell’occasione per lanciare un messaggio ai tanti tifosi che ogni giorno mi scrivono. Mi spediscono lettere che, per motivi di tempo, non sono mai riuscita a leggere. Lo farò adesso».
Chiusura dedicata al momento, caratterizzato dall’espandersi del coronavirus che sta modificando sensibilmente la quotidianità degli italiani. Che idea ti sei fatta?
«Stare a casa, senza far nulla di particolare, è un bene per chi, come me, è sempre di corsa. Questo momento ci aiuterà a capire bene quali sono le priorità della vita. Non una coppa, non una vittoria, ma qualcosa di più profondo, salute ed affetti ad esempio. Elementi che troppo spesso ignoriamo perché travolti dai ritmi frenetici destinati comunque a cambiare». –
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