È il Belluno dei bellunesi. Bertagno: «Bella rivincita»
Giacomo Luchetta / Belluno
Il Belluno è dei bellunesi. Undici giocatori della provincia nella formazione iniziale della squadra che ha appena battuto l’Union Feltre, a conferma della bontà del progetto della società gialloblù.
Il famoso zoccolo duro formato da capitan Corbanese, Mosca, Masoch Sommacal, Bertagno e Petdji è ormai anni che è l’anima di questo Belluno, ma ormai anche Quarzago, classe 1999, si può ritenere uno della vecchia guardia nonostante la giovane età e pure il neo arrivato Gjoshi, ex Union Feltre, fa ben sperare per dare continuità a questa filosofia.
«Gran parte del merito è sicuramente della società che ha lavorato bene in questi anni», spiega uno dei leader Simone Bertagno, al Belluno dalla stagione 2013-2014, «tanti giovani che stanno emergendo come Chiesa, Spencer, Band e Fiabane li ha allenati tutti Renato Lauria e stanno completando la loro crescita, ma molti sono nel giro della prima squadra da anni. Spencer si allena da tre stagioni con noi per esempio e ci sono tanti 2004 che promettono bene».
Il Belluno però è ancora tenuto in piedi dalla “vecchia guardia”. Qualcuno aveva dato per finito il vostro ciclo.
«Per noi “vecchietti” è una stagione importante e qualcuno si sta prendendo qualche rivincita rispetto alle ultime due annate difficili. Certe persone ad inizio anno hanno parlato un po’ troppo, guardando in casa degli altri e non limitandosi a pensare alla propria. Nel calcio è così, quando fai bene sei bravo, quando fai male vieni attaccato. È un mondo che tende alla superficialità».
In estate più di qualche voce si è susseguita su un suo possibile ritiro, fortunatamente ha cambiato idea. Cosa farà invece il prossimo anno?
«Ad agosto sono diventato papà e questo “lavoro” si è aggiunto a quello che ho e al calcio», continua Bertagno, classe 1985, «valuterò cosa fare e questo mese sarà decisivo. La voglia e l’entusiasmo non mancano e per fortuna fisicamente sto bene ma non sono da solo ed è giusto che pensi anche ai miei impegni familiari e lavorativi. Sono stati il mister e la società a convincermi a continuare la scorsa estate, ma personalmente ci tenevo a lavorare un anno con Lauria. Non lo avevo mai avuto come allenatore, anche se qualche volta mi ero allenato con lui nelle sessioni degli Allievi. Già in quei frangenti mi aveva fatto una bella impressione. Se il Belluno è così in alto in classifica il merito sicuramente è anche suo e di tutto lo staff tecnico che lo affianca».
Domenica avete dominato l’Union Feltre. Si aspettata una vostra prestazione così di alto livello in un derby?
«Volevamo fare questo tipo di partita per dimostrare a tutti il nostro valore. Quest’anno ci sono tre squadre della provincia in serie D e siamo fieri di essere la prima di queste tre al momento».
Domenica c’è la corazzata Trento.
«Andremo a giocarcela. In questo campionato si può vincere o perdere contro tutte, è molto equilibrato. Basti pensare al Chions che è ultimo, ma si è dimostrato una squadra tosta da battere». —
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