Eleonora Fiabane, fischietto bellunese in serie B. «Frequentai il corso grazie a mio padre»

A soli 22 anni la sedicense scala le gerarchie. «Mi ero infortunata più volte e volevo restare in questo mondo»
Nicola Pasuch
L’arbitro Eleonora Fiabane, promossa in serie B
L’arbitro Eleonora Fiabane, promossa in serie B

SEDICO

Si arricchisce la pattuglia di arbitri bellunesi nelle serie nazionali. La sedicense Eleonora Fiabane è stata promossa al ruolo B. La notizia è stata ufficializzata nei giorni scorsi, assieme ad un’altra importante promozione, quella dell’esperto fischietto bellunese Andrea De Nard.

Andrea, già arbitro di ruolo B, è stato inserito nel gruppo 1 top di serie B, ovvero tra i fischietti che dalla prossima stagione si giocheranno la promozione in serie A, dopo l’assaggio avuto nell’ultima stagione con alcune designazioni a terzo arbitro nella massima serie maschile e femminile.

Eleonora, invece, approda per la prima volta alla serie B. Ventiduenne di Sedico, si è avvicinata al mondo arbitrale quasi per caso, cinque anni fa, dopo aver vissuto la pallavolo da giocatrice. Da allora, una rapida scalata che l’ha portata, poche settimane fa, ad arbitrare al trofeo delle Regioni di Salsomaggiore Terme e che la vede, oggi, entrare nella ristretta cerchia dei direttori di gara di serie B.

Da dove nasce la tua passione per il volley?

«Prima di arbitrare giocavo a pallavolo: prima a Sedico, poi a Limana. Dopo essermi infortunata varie volte, ho dovuto smettere, ma volevo rimanere nell’ambiente. Avrei voluto allenare, ma mi sarebbe riuscito molto difficile, anche considerando l’impegno universitario. Così, il caso ha voluto che, l’anno prima di me, mio papà avesse frequentato il corso per diventare arbitro di pallavolo. Avevo avuto modo di partecipare ad una prova pratica del suo corso. Inizialmente pensavo che questo ruolo non facesse per me perché non credevo di avere un carattere adatto. Poi però mi sono decisa e ho provato: ho frequentato il corso e mi sono resa conto che era proprio bello. Soprattutto, venendo dalla pallavolo giocata, ho visto per la prima volta le cose da una prospettiva diversa».

E cioè?

«Solitamente dagli atleti l’arbitro è visto quasi come il cattivo. Invece il nostro è un mondo molto bello, nel quale si creano splendide amicizie. Mi diverto un sacco e sono davvero contenta che, quella volta, mio papà abbia deciso di frequentare il corso per arbitri».

Hai frequentato il corso nel 2017 e a dirigere gare di volley dall’anno dopo.

«Ho iniziato a livello provinciale, con le partite delle giovanili e poi con quelle dei campionati di divisione. Poi sono passata al livello regionale e quindi ho arbitrato in serie D e serie C. Nell’ultimo anno ho arbitrato quasi sempre in quest’ultima categoria».

Ora la promozione in una serie nazionale…

«Arbitrerò prevalentemente in serie B2 femminile. Vivo questo salto come una gratificazione personale. Avendo iniziato da poco tempo ad arbitrare, non me l’aspettavo. Lavoravo per questa promozione, questo è vero, ma non mi attendevo che arrivasse così in fretta. È una grossa soddisfazione. Questi anni mi hanno dato tanti insegnamenti, anche a livello personale, e sono serviti moltissimo soprattutto a migliorare il mio carattere. È un’esperienza che auguro a tutti di fare: sia per la crescita personale, sia per la possibilità di conoscere molte persone e di entrare in un mondo ancora diverso da quello del volley giocato».

Raggiunto questo traguardo, cosa ti aspetti ora?

«Crescere sempre. Il primo obiettivo l’ho realizzato. Ora voglio continuare a migliorare. Quello che verrà verrà. L’importante è crescere».

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