Eleonora Prigol si mostra serena: «Un equivoco»
FELTRE. «Serena»: dev’esserci stato un equivoco. Tre giorni dopo aver saputo di essere stata trovata positiva all’Epo, la fondista feltrina Eleonora Prigol è più tanquilla. Non ha ancora deciso con l’avvocato di fiducia Davide Fent se chiedere o meno le controanalisi del campione B prelevato dopo la gara dei campionati Italiani Aspiranti e Juniores del 26 febbraio, a paso Cereda, ma dovrà farlo entro la mezzanotte di oggi. Intanto, martedì alla 19enne atleta del Centro sportivo Carabinieri è arrivata la notifica dalla procura antidoping della sospensione in via cautelare per sessanta giorni decisa dal competente tribunale: un atto dovuto, che di fatto chiude la sua stagione agonistica.
Fent ha già incaricato un consulente medico di fiducia per una prima valutazione della situazione e, anche sulla base di questa, si prenderà una decisione sulle controanalisi. Spesso vengono richieste poco meno che automaticamente da parte dell’atleta, ma l’eventuale rinuncia non sarebbe un’ammissione di colpa, bensì una strategia difensiva basata sulla collaborazione. Sul piano sportivo, l’avvocato feltrino sarà affiancato dal collega bolognese Mattia Grassani, uno dei maggiori esperti in materia di diritto sportivo, mentre gestirà in prima persona gli eventuali risvolti penali. Le ipotesi sono da una parte l’illecito sportivo e dall’altro il doping (legge 376 del 2000): i colpevoli soffrono rispettivamente squalifica e reclusione più multa.
Ma sempre attraverso il proprio legale, Prigol fa sapere di essere serena, tranquilla e assolutamente convinta della propria innocenza. Dev’esserci stato un equivoco, che non potrà non emergere. Nei prossimi giorni, potrebbe essere organizzata una conferenza stampa, per spiegare pubblicanente cosa può essersi verificato prima e dopo quella gara conclusa con il settimo posto con l tempo di 15.23.8 e un ritardo di 1.45.9 dalla vincitrice: la poliziotta ampezzana Anna Comarella. Davanti a Prigol, si sono piazzate anche Martina Bellini, Francesca Franchi, Cristina Pittin, Lea Demez e Vittoria Zini.
Epo è l’abbreviazione di eritropoietina, un ormone prodotto naturalmente dalle reni e in misura minore da fegato e cervello, che ha come funzione principale la regolazione della produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. Ma è stata prodotta anche in laboratorio e, al di là del suo utilizzo come farmaco per curare le anemie in pazienti con malattie renali o del sangue o per permettere un recupero più veloce dopo la somministrazione di chemioterapia nei pazienti con il cancro, è impiegato come sostanza dopante. Si sfrutta la sua capacità di aumentare il numero dei globuli anche in soggetti sani, come gli atleti, per aumentare il trasporto di ossigeno ai tessuti e migliorare la prestazione.
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