Elia Barp saluta gli Junior e punta in alto. «Le Olimpiadi sono il primo obiettivo»

Il trichianese ha chiuso una grande stagione con il titolo italiano. «Il movimento giovanile è in crescita
Ilario Tancon
Elia Barp in azione ai campionati italiani
Elia Barp in azione ai campionati italiani

DOBBIACO. Domenica a Dobbiaco ha corso la sua ultima gara da Junior. Vincendola. Come del resto ha fatto per tutta la stagione, una stagione che lo ha confermato come il giovane italiano più promettente. Cinque i titoli tricolori individuali messi in bacheca, la 10 chilometri in classico e la 15 chilometri skating mass start di Padola, la sprint skating di Schilpario e, domenica appunto, la 30 chilometri mass start in classico.
Oltre a questi cinque successi, il bottino 2021-2022 di Elia Barp conta anche un titolo tricolore in staffetta, sei gare e il secondo posto finale nella graduatoria di Opa Cup (il circuito dei paesi alpini), la medaglia d’argento nella sprint skating dei Campionati del mondo di Lygna. Immaginiamo sia stato l’argento conquistato in terra di Norvegia il momento più alto della stagione, Elia.
«Senza dubbio sì. La sprint dei Mondiali è stata il clou della stagione».
Quello terminato domenica è stato un inverno nel quale hai confermato il trend di crescita delle due stagioni precedenti. Anzi sei migliorato ancora, andando fortissimo dalla prima all’ultima gara. Te l’aspettavi un’annata così?
«Sapevo che avrei potuto fare bene ma alla fine è andata meglio del previsto».
A impressionare non sono stati solo i risultati ma anche la costanza di rendimento. Come hai fatto a no avere cedimenti? Questione di preparazione fisica di base? Oppure il merito è della testa?
«Credo semplicemente che mi trovo a mio agio in quello che faccio. Certo, non mi agito particolarmente prima di una gara e questo aiuta parecchio. Alti e bassi ne ho ma forse riesco a farli vedere meno di altri».
Se dovessi dare un voto alla tua stagione?
«Direi che è stata una stagione molto buona. Ho tenuto la condizione tutto l’anno e ho sbagliato poco. Merito anche dei materiali: ho avuto sempre sci perfetti».
Bravi sono stati anche i tuoi compagni.
«Tutto il movimento giovanile azzurro ha fatto molto bene, basta vedere i risultati ottenuti dai più giovani agli Eyof di Vuokatti».
Tra gli stranieri chi ti ha impressionato di più?
«I russi alla 30 chilometri dei mondiali (quattro ai primi quattro posti, ndr) sono stati qualcosa di pazzesco. Ma, così come i nordici, li ho incontrati solo in quell’occasione. In Opa Cup, francesi e svizzeri hanno dimostrato di essere a un buon livello».
Ti aspettavi una chiamata in Coppa del mondo?
«Ho pensato a fare il mio e non ci ho pensato più di tanto. Non era l’obiettivo della stagione».
La vittoriosa 30 chilometri di Dobbiaco, domenica, è stata la tua ultima apparizione a livello giovanile. Il prossimo inverno ti confronterai nell’ambito assoluto.
«Adesso penso a riposare per bene per tutto il mese di aprile. Poi a maggio, quando sapremo i gruppi di lavoro, si inizierà a lavorare per il 2022-2023. Ovvio che si parte con aspettative buone ma anche con tanti punti di domanda perché cambiano le distanze, i ritmi, gli avversari».
Hai dimostrato di andare forte ovunque. Ma tu ti senti più uomo sprint o uomo distance?
«Mi piacciono di più le gare su distanza ma ho dimostrato di essere competitivo anche nelle sprint, pur dovendo migliorare nella fase di qualifica. Potrei dire comunque che non escludo niente».
Milano Cortina 2026 è già all’orizzonte.
«I Giochi in casa sono l’obiettivo di tutti. Per centrarlo c’è ancora tanto da lavorare e tanto da crescere. Un passo alla volta».

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