Elisa Caffont: «Il podio mi ripaga dei sacrifici. Voglio esserci nel 2026 per Milano-Cortina»
La bellunese al settimo cielo dopo il primo podio in Coppa del Mondo con Bormolini. «È stato giusto ripartire dalla Coppa Europa»
Elisa Caffont (Pentaphoto)
BELLUNO. Il primo podio di coppa del mondo di snowboard ha un sapore speciale per la bellunese Elisa Caffont. Classe 1999 nata a Cavarzano ma residente da qualche tempo a Livigno, Elisa ha chiuso al terzo posto l’ultimo slalom parallelo a squadre di stagione, effettuato in coppia con l’amico Maurizio Bormiolini a Berchtesgaden, in Germania.
Maurizio Bormolini e Elisa Caffont
Che sapore ha il primo podio in coppa del mondo della tua carriera?
«Ha il sapore della liberazione. Finalmente, dopo tanto tempo e tanti sacrifici, ci sono riuscita. Ha soprattutto una dedica speciale, per mia nonna Angelina che è venuta a mancare poche ore prima della gara. Ci tenevo tanto a dedicarle un piazzamento in coppa del mondo, non avevo più molto tempo a disposizione visto che la stagione volge ormai al termine. Sono scesa con la carica giusta pensando soprattutto a lei».
In tema di dediche, ne hai altre da fare?
«Sicuramente una di queste va a Maurizio Bormolini con cui ho condiviso l’esperienza dello slalom parallelo a squadre. Maurizio non è solo un compagno di squadra. Viviamo entrambi a Livigno ed in questo periodo per me non facile, in cui è sopraggiunta anche la morte di nonna Angelina, mi è stato molto vicino. Più che dedicargli qualcosa, lo ringrazio. In tema di dediche poi non posso non citare il mio allenatore Rudy Galli. Mi ha spinto a ripartire dalla Coppa Europa quando le cose non stavano andando bene e se oggi mi ritrovo sul podio di Coppa del mondo è, anche, perché ho fatto un passo indietro».
Un podio di coppa del mondo è sempre l’occasione giusta per riavvolgere il nastro, guardandosi alle spalle. Con quale rimpianto?
«Sicuramente quello di non essere riuscita a partecipare alle Olimpiadi invernali di Pechino. Ci ho provato, senza riuscire a qualificarmi. Ci riproverò, Milano-Cortina è un appuntamento da non fallire. L’altro grande rimpianto è non essermi riuscita ad esprimermi come volevo quest’anno in coppa del mondo, soprattutto nelle ultime gare in cui sono stata messa ko dalla positività al Covid. Sono cose che capitano, non ho mollato prima e non mollo adesso. Questo podio, per una serie di motivi, ha anche il sapore della rivincita. Sulle avversità in modo particolare».
Raccontaci qualcosa della carriera di Elisa Caffont.
«Sono bellunese, di Cavarzano, e sono molto legata al mio territorio. Adesso ci tornerò per qualche giorno di vacanza ad esempio. L’esperienza allo ski college di Falcade mi ha aperto le porte verso una carriera che ha rappresentato una piacevole sorpresa. Il resto lo ha fatto la conoscenza dell’allenatore Rudy Galli che mi ha portata ad optare per il trasferimento a Livigno. Livigno è un posto fantastico, si scia anche a maggio».
Il ritorno in Coppa Europa ti ha spalancato le porte verso un futuro roseo: per la serie, quando un passo indietro si rivela importantissimo...
«Proprio così. Ed aggiungo. Solo a posteriori ti accorgi di quanto la soluzione sottoposta da un allenatore si rivela importante. Grazie alla “retrocessione” in Coppa Europa mi sono guadagnata la partecipazione alla prossima coppa del mondo. È stato, questo, un passaggio importante, non solo per la vita da sportiva, ma anche per quanto riguarda la vita quotidiana. Dovrò tenerla bene a mente».
Detto del passato, quali sono i piani per il futuro?
«Ormai quel che è fatto è fatto. Il podio è arrivato alla fine della stagione. L’obiettivo è aprire la prossima in linea con la chiusura di quest’anno. Voglio guadagnarmi una Coppa del mondo da protagonista, lavorerò duro da subito. Scierò fino a maggio, poi mi concentrerò sulla preparazione estiva. Sperando che anche la fortuna questa volta possa essere dalla mia parte. Ripartirò di slancio. Questo podio ha un valore importantissimo dal punto di vista del morale».
Lontano dalle piste Elisa Caffont cosa fa?
«Amo il mare, non vedo l’ora che finisca questa stagione per andare in vacanza in una località di mare. Nel frattempo colgo l’occasione, come detto, per tornarneme qualche giorno a casa, a Cavarzano. È il mio angolo di pace, luogo di affetti e ricordi».
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