Emilio Perco si migliora al Golden Gala di Roma

Atletica. L’atleta feltrino fa registrare il suo nuovo limite sui 1.500 metri: 3’43”85 «Finalmente sto bene, era un po’ di tempo che cercavo le giuste sensazioni»
ROMA. «Dopo cinque di buio, finalmente una prestazione come si deve». Commenta così Emilio Perco il 3’43”85 fatto registrare giovedì sera sui 1.500 al Golden Gala di Roma. Una prestazione che gli ha dato il settimo posto nella gara vinta con autorevolezza da Joao Bussotti, ma che soprattutto ha regalato al mezzofondista feltrino il nuovo personale. «Il precedente era di 3’47”26, stabilito addirittura nel 2012», spiega il ragazzo, classe 1994, cresciuto nell’Ana Feltre e ora in maglia Assindustria Padova. «La gara all’Olimpico è stata tirata su ritmi accettabili e siamo stati più d’uno a realizzare il nostro personale. Era un po’ che cercavo di ritrovare le sensazioni provate a Roma: spero che i 1500 del Golden Gala siano un punto di partenza. Volevo fare il personale, ma non mi aspettavo di andare così bene».


«Finalmente sto bene», prosegue, «dopo un lungo periodo di difficoltà dove si sono sommati problemi fisici e infortunio in moto. In questa stagione le cose stanno girando per il verso giusto: due settimane fa a Savona ho corso gli 800 in 1’48”20 (il personale di Emilio è 1’47”82, stabilito nel 2014 ndr) e ho capito che ero sulla strada giusta».


«Dopo i problemi delle passate stagioni, in questa mi sono rimesso a lavorare con calma, perché ho capito che la fretta non porta da nessuna parte», dice ancora Perco. «Il lavoro portato avanti di concerto con Gianni Ghidini e Valerio Stach sta dando i suoi frutti».


Perco ora vive tra Verona, dove frequenta Scienze Motorie, e Bussolengo, dove si allena e dove fa l’istruttore di pilates in una palestra. Il rapporto con il tecnico che lo ha allevato, però, continua a rimanere forte. «Valerio è sempre parte integrate del mio staff: è la persona che mi ha cresciuto, sa di cosa ho bisogno e cosa dirmi nei momenti giusti».


E gli obiettivi della seconda parte del 2017? C’è spazio anche per i Mondiali di Londra? «La rassegna iridata è un obiettivo troppo alto. Preferisco lavorare giorno per giorno e trovare continuità».


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