Emma Fistarol, dagli States a Belluno. «Esperienza fantastica, ora mi concentro sulla Spes»
La bellunese ha fatto un campus in California, tra studio e volley.
«Mi hanno premiata tra le migliori giocatori del mio campionato»
BELLUNO
Belluno - Lompoc, andata e ritorno, nel segno del volley e delle lingue. Emma Fistarol è tornata a casa dopo dieci mesi trascorsi nella contea di Santa Barbara, in California, dove la giovane bellunese ha studiato e giocato a pallavolo. Tra pochi giorni, in settembre, Emma inizierà il quinto ed ultimo anno del liceo linguistico Renier, a Belluno. Ieri sera, intanto, ha cominciato la preparazione con la Spes Belluno di serie D. Parte, dunque, anche per lei, un altro anno all’insegna dello studio e dello sport. Ma, senza dubbio, quello trascorso negli States ha avuto un sapore tutto particolare.
«Sono partita l’8 agosto di un anno fa», racconta Emma, «per frequentare un anno scolastico in un campus nel quale ho studiato business, scienze marine e design, oltre alle tre materie obbligatorie ovvero inglese, matematica e storia. Da agosto a gennaio, inoltre, ho giocato nella squadra della scuola».
Un anno di soddisfazioni anche personali…
«Mi hanno premiata tra le migliori giocatrici del Sud della California. Esistono tre diverse categorie: le ragazze che si sono espresse meglio durante il campionato distrettuale vengono selezionate, come in una rappresentativa regionale, ed ho avuto l’onore di essere tra le 6 selezionate nella prima categoria. Ho anche preso il premio di migliore giocatrice abbinato alla buona media scolastica: lì infatti le due cose vanno di pari passo e se sei impegnata anche nello sport ricevi una mano anche nello studio».
Come eri sistemata a Lompoc?
«Vivevo in una famiglia, con una signora di 66 anni: eravamo io e lei. La mattina iniziavo scuola alle 8,40: dopo il Covid, infatti, nella scuola che ho frequentato a Santa Barbara hanno lanciato un sondaggio per capire quali fossero i fattori di maggiore stress tra i ragazzi e al primo posto è uscito il fatto di iniziare troppo presto la mattina. Di qui la scelta di cominciare un po’ più tardi. Dopo le 7 ore da 45 minuti ciascuna di lezione, nelle quali eravamo noi studenti a spostarci di classe e non i professori come avviene qui in Italia, mi allenavo fino alle 17,30. Lì si cena molto presto, anche alle 16. L’ultima settimana prima della mia partenza mia mamma e mio fratello mi hanno raggiunto lì e abbiamo girato un po’. È stata un’esperienza che consiglierei al 100%. L’anno più bello della mia vita. Dopo il periodo del Covid, avevo bisogno di una boccata d’aria fresca. Mi piacerebbe tornare e ho già preso qualche contatto con un college: l’idea di giocare e studiare mi piace».
Intanto, in palestra, è appena ripartita la stagione della Spes Belluno.
«Sono super contenta che la squadra sia rimasta in serie D. Ora ci mettiamo al lavoro e attendiamo le indicazioni di coach Diego Pezzei. Sicuramente spero in una crescita personale e della squadra. Vorrei riuscire a migliorare alcuni aspetti nei quali sono un po’ più carente».
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