Falsificò il referto della Ztll: ritirata la tessera all’arbitro Poto

Clamorosa decisione  del tribunale federale. Il presidente Monestier  «Ormai ci interessa poco, allora non ci avevano ascoltati»



Giustizia a un anno di distanza e tessera tolta all’arbitro Jacopo Poto (sezione di Mestre). Nel maggio 2018 la Ztll si vide infliggere un’ingiusta sconfitta a tavolino per aver giocato senza il fuoriquota previsto dal regolamento uno spezzone della partita di Prima categoria (vinta 1-0 sul campo) contro il San Martino.

In realtà, il fuoriquota in campo c’era sempre stato. Gli zumellesi, pertanto, avevano presentato ricorso alla Corte sportiva d’Appello, che però lo aveva bocciato. Una volta esaminati i documenti sulla base dei quali la Corte aveva deliberato, era emerso – e la società della Sinistra Piave lo aveva denunciato fin da subito – che alcuni documenti collegati al referto erano stati manomessi. Ora, anche la giustizia sportiva ha riconosciuto quanto sostenuto (allora vanamente) dalla Ztll.

Il Tribunale federale territoriale, infatti, ha deliberato di ritirare la tessera all’arbitro (peraltro già dimissionario) che diresse quella gara e falsificò alcuni rapportini di sostituzione. L’arbitro è stato punito “per aver commesso errori materiali nel riportare in referto le sostituzioni effettuate di giocatori, nonché per aver falsificato alcuni rapportini di sostituzione, a seguito dei quali la Ztll Sinistra Piave è stata sanzionata con la sconfitta della gara”.

Nel corso del procedimento sono stati rilevati “una serie di indizi gravi, precisi e concordanti” che “fanno ritenere che il direttore di gara sia incorso in errore nel segnalare le sostituzioni intervenute durante la gara attribuendo quelle della società ospitante all’ospitata e viceversa”.

Nonostante ciò, però, il direttore di gara aveva negato l’errore sostenendo la bontà del suo rapporto di gara e giustificandola con l’esibizione di rapportini con l’indicazione delle sostituzioni sottoscritti dai rappresentanti delle due squadre.

“Le firme su tali rapportini – ha sostenuto la procura – sono state disconosciute da entrambe le società interessate. Pertanto una serie inequivocabile di circostanze” fa ritenere che il direttore di gara “abbia alterato le firme sui rapportini al precipuo scopo di giustificare il proprio errore ed evitare rimproveri dai propri designatori”.

«È un provvedimento – commenta il presidente della Ztll, Dino Monestier – che ci interessa relativamente. Noi abbiamo giocato quattro partite in apnea con tutte le preoccupazioni del caso. La decisione arriva a quasi un anno di distanza dal fatto. Mi dispiace per l’arbitro, perché un ragazzo di vent’anni non doveva fare le cose così. Tra l’altro, si tratta di un arbitro che aveva un futuro promettente davanti a sé. E, come ho sempre detto, per quanto aveva fatto vedere sul campo non potevamo dirgli niente, anzi. Se dobbiamo dire quel che pensiamo, la cosa che ci fa più male è che all’epoca non siamo stati ascoltati». –
 

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