Feltrin: «Sofia è di un altro pianeta, orgoglioso di essere nello staff»
PECHINO. Emozioni in pista e non solo. L’impresa di Sofia Goggia ha travolto anche Giovanni Feltrin. L’allenatore bellunese ha vissuto in prima fila la conquista della medaglia d’argento della campionessa bergamasca, raccontando, una volta rientrato a casa Italia, una giornata indimenticabile, per lui e tutti gli italiani.
Che giornata è stata?
«Un’emozione così non l’avevo mai provata prima, difficile da spiegare, almeno a caldo. Non ci sono parole come non ci sono parole per sottolineare l’impresa di Sofia. È qualcosa che poteva fare solo lei».
Come lo spieghi questo ennesimo successo di un’atleta messa spesso a dura prova dagli infortuni?
«Il suo è un miracolo, ma va rimarcato come tutto quello che ha fatto, dalla sofferenza per l’infortunio di Cortina al recupero lampo, è stato accompagnato sempre da una estrema lucidità. La sua arma segreta è la tenacia, fa tutto con grandissima convinzione tanto da rendere le cose all’apparenza facili. Dopo quello che le è successo, ci ha messo una grandissima voglia ed il risultato finale non poteva che essere una medaglia olimpica».
Una citazione speciale la merita però Nadia Delago.
«Roba da farci saltare tutti in piedi dalla gioia. Il successo di Nadia ha emozionato l’intero team. È il nostro cucciolo, dopo tre podi sfiorati in coppa del mondo quest’anno, mancati sempre per pochi centesimi, vederla saltare sul podio olimpico con la medaglia al collo è stato incredibile».
Per un attimo avete addirittura sognato l’en plein.
«Sono successi che si costruiscono da lontano. Questo team, atlete ed allenatori, ha un’energia pazzesca. C’è piena sintonia, si lavora alla grande, senza dubbi o incertezze. Abbiamo sognato fino all’ultimo un podio tutto italiano. Il momento ha toccato tutti gli addetti ai lavori. Il clima è favoloso qui, si fa fatica a descrivere tutto con lucidità. C’era anche tanta voglia di riscatto dopo il super G, specialità in cui avevamo vinto 6 gare su 8. Siamo stati bravi a metabolizzare presto una prestazione sicuramente non positiva e che non ha rispecchiato i valori emersi durante la stagione di coppa del mondo. Non era per niente facile ma se ci siamo riusciti è solo perché l’orgoglio, di tutto il team, ha prevalso sul resto».
Che lavoro c’è dietro la vittoria di una medaglia alle Olimpiadi?
«Il successo va condiviso tra le atlete e i membri di staff. Stiamo lavorando tanto e forte, c’è voglia di fare cose importanti. C’è una nazione che ci guarda, abbiamo messo in conto anche tanta pressione. È tutto potente in questo momento a livello emozionale. I ragazzi lavorano tutti in maniera coordinata, l’affiatamento sta facendo la differenza».
Cosa significa questa medaglia per Johnny Feltrin?
«Sono felice ed orgoglioso di far parte di questo team. Lavorare con delle atlete con queste qualità, non solo sportive ma soprattutto umane, non capita spesso nella vita, mi sento fortunato. Quella di ieri è stata una giornata meravigliosa. Ho ricevuto tantissimi messaggi da casa, questo mi ha riempito di orgoglio e soddisfazione. Mi piacerebbe in questo momento festeggiare con un simbolico “cin cin” insieme a tutti coloro che mi hanno accompagnato verso questa esperienza che, anche senza medaglie, sarebbe stata ugualmente indimenticabile».
Ultimissime legate all’esperienza di Pechino?
«Le ristrettezze imposte dal Covid si fanno sentire ma abbiamo trovato comunque il modo di stare un po’insieme qui a casa Italia per festeggiare questa storica doppietta».
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