Fontana: «Le Olimpiadi danno gioia e adrenalina»
SANTO STEFANO DI CADORE. Ventisette anni da compiere il 7 maggio, portacolori del Centro sportivo dell’Aeronautica, Simone Fontana tra un paio di settimane sarà in Corea a vivere le sue seconde Olimpiadi.
Un’esperienza, quella a cinque cerchi, che il ragazzo di Santo Stefano ha vissuto nella russa Sochi e che si appresta a bissare nella coreana Pyeongchang con un’emozione in più. «Sì, sono un po’ emozionato già da adesso, sicuramente più di quanto non lo fossi alla vigilia delle Olimpiadi del 2014», spiega l’atleta comeliano, 183 centimetri di altezza per 97 chili di peso. «Quando sono stato convocato per Sochi forse non riuscivo a realizzare quello che stavo per vivere, ero concentrato sul gesto tecnico, sulla mia prestazione e non c’era spazio per altro. Potrei dire che è stata un’Olimpiade senza emozioni. Ora, invece, so che cosa mi aspetta: sarà una cosa forte, una cosa che ti dà adrenalina ma anche gioia. Sono contento di andare ai Giochi. Contento, concentrato, emozionato».
Quei Giochi che papà Luciano, ottimo fondista azzurro degli anni Ottanta e Novanta, ha solo visto in tv.
«Questo mio sogno olimpico è un po’ anche il suo. La mia gioia è anche la sua».
Con quali ambizioni andate a Pyeongchang?
«Finire nei venti è alla nostra portata. Chiudere nei quindici sarebbe un sogno. La top ten, realisticamente, è affare per altri. Noi in queste ultime settimane siamo cresciuti e il decimo posto conquistato in Coppa del Mondo ad Altenberg ci ha dato ossigeno. Gli altri equipaggi, però, per noi sono alieni. Abbiamo pagato l’infortunio di un paio di stagioni fa del nostro capitano Bertazzo: non è facile recuperare, ci vuole tempo. Ora Simone sta meglio e per tutti noi è una guida preziosa. Abbiamo pagato e paghiamo anche il fatto di essere in pochi a praticare il bob: le altre nazioni possono contare su un bacino di atleti più ampio e i ragazzi possono ruotare. Noi invece siamo contati e i tempi di recupero non ci sono. Ma, ripeto, siamo in crescita e a Pyeongchang guardiamo con ottimismo».
A proposito di infortuni, anche tu hai avuto qualche intoppo.
«A fine settembre, proprio quando stavo benissimo e proprio in un momento cruciale della preparazione, mi sono procurato uno stiramento al bicipite femorale sinistro. Sono stato fermo una settimana e poi ho ripreso pian piano. La stagione è cominciata al rallentatore perché quando gareggi non puoi caricare e io mi sono trovato sempre a inseguire la condizione. Durante la pausa natalizia ho svolto un buon lavoro e recuperato brillantezza. Sabato scorso ho superato i test preolimpici a Cesana e questo mi sta dando motivazioni in più. Da come si erano messe le cose a settembre, non mi aspettavo certo di poter essere della partita ai Giochi».
Come proseguirà la preparazione in queste settimane?
«In questi giorni sono a Vigna di Valle, sulle rive del lago di Bracciano, alla base dell’Aereonautica: mi preparerò con tranquillità e con condizioni meteo più favorevoli rispetto alle nostre. Poi dal 4 al 10 febbraio avremo un raduno di tutta la squadra a Casal del Marmo, vicino Roma. Quindi sarà Corea: il 18 e 19 febbraio le gare del due, il 24 e 25 quelle del quattro».
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