Fontana, un argento che dà entusiasmo

Automobilismo. Il pilota pontalpino felice dopo il secondo posto in Francia. «Avvio di annata in salita, ora va molto meglio»
PONTE NELLE ALPI. Un secondo posto per ripartire. Il podio ottenuto domenica in gara 2 al Paul Richard, in Francia, ha rinfrancato il morale di Andrea Fontana.


Questo avvio di stagione nell’International Gt Open, che il talentuoso pilota pontalpino corre con la Lamborghini Huracán GT3 del team Imperiale Racing, è stato parecchio sfortunato. Problemi tecnici vari hanno costretto lui e il compagno di team Vito Postiglione a non ottenere nessun punto per ben quattro volte su sei. Non il massimo per Fontana, che nel 2016 aveva vissuto una stagione a dir poco strepitosa: campione del mondo nel Lamborghini Supertrofeo Cat Pro Am e campione italiano nel Formula 2 Italian Trophy. L’ultimo bel risultato è dunque buona per scambiare due chiacchiere su ciò che è stato e sul futuro prossimo nel mondo dei motori.


Partiamo dal capire come mai, questa volta, hai deciso di affrontare una sola competizione e non due come lo scorso anno.


«Diciamo che, nella stagione passata, la corsa principale era il Super trofeo Lamborghini. Solo che successivamente è nata progressivamente la possibilità del correre in formula 2 con il team di Pasquale Penta. Lui mi avrebbe sostenuto economicamente, e in cambio mi avrebbe aiutato economicamente con il budget per il Lamborghini. Per quest’ultima competizione, ho dovuto in ogni caso decidere di dividere l’abitacolo con un altro pilota, perché altrimenti i costi sarebbero risultati troppo elevati. In qualsiasi caso è andata molto bene, visto che sono riuscito a vincere il mondiale e il titolo italiano».


È stata questa vittoria ad aprirti le porte del Gt Open?


«Bè, molta importanza l’ha avuta pure il Lamborghini young day program per giovani piloti. Parlando con loro ho avuto la possibilità di capire i progetti per il 2017. A gennaio ho parlato con Giorgio Sanna, che fa parte della squadra corse di Lamborghini. Si può dire che avevo tre possibilità; il monomarca aveva già dimostrato come fossi pronto al salto successivo in un campionato a brand misti. Per cui potevo scegliere tra quello italiano, l’europeo Gt Open e il terzo che è un campionato in Asia. Ma il Gt Open era ed è la migliore occasioni per mettersi in luce ed in più ha fama, appunto, europeo. Tra l’altro, dopo qualche anno sottotono, è tornato ad essere una competizione assai importante. Nell’ultima gara erano 28 le vetture, con ex piloti di Formula 1 come Liuzzi e Piquet Jr».


La scelta del team Imperiale?


«Lamborghini mi ha dato diverse opzioni di scelte. Con il team Antonelli lo scorso anno mi ero trovato bene, ma non mi avrebbero garantito presenza totale in questo europeo. Imperiale nasce come carrozzeria che da sempre vernicia le Lamborghini, ma il suo responsabile Ivano Pignatti da qualche anno è entrato nel mondo delle corse perché aveva questo sogno».


Bilancio a metà stagione?


«L’anno è iniziato in maniera più difficile. Il tempo di stare in macchina è minore rispetto allo scorso. Sono solo sette appuntamenti, quindi 14 gare, dove corri per metà tempo. Questo sport non ti dà la possibilità di allenarti se non andando a fare test, e questo nei confronti di piloti professionisti si paga. L’inizio è stato in salita, anche a causa del Balance of Performance (BoP) che ci penalizza parecchi. Siamo stati parecchio sfortunati anche, ma con questo rinnovato entusiasmo possiamo puntare a disputare bene la seconda parte di stagione».


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi