Fortogna in festa per il rientro di Giovanni Feltrin

Il tecnico delle azzurre è tornato dalla Corea: «Momenti così ti danno la carica per andare avanti»

FORTOGNA. Lo avevano festeggiato la scorsa primavera, di ritorno dalla trionfale stagione di Coppa del Mondo 2016-2017. Lo hanno festeggiato di nuovo, nel fine settimana appena trascorso, dopo l’oro ai Giochi di Pyeongchang. E non poteva essere altrimenti, non poteva essere che amici e paesani di Giovanni Feltrin non facessero sentire al tecnico azzurro il calore, l’affetto e l’orgoglio della sua Fortogna dopo la storica vittoria di Sofia Goggia nella discesa delle Olimpiadi, cosa mai successa prima nello sci italiano in rosa. Sabato pomeriggio Feltrin l’ammiraglio della corazzata azzurra della velocità sugli sci, è stato festeggiato alla grande: brindisi al Bar Alex e al Jessy Pub, pane speciale a cinque cerchi e una medaglia formato gigante.

C’è stato spazio anche per il braciere e, addirittura, per una sfida sugli sci per le vie del paese, sfida vinta, ça va san dire, dalla squadra capitanata da “Johnny”. «Amici, paesani e familiari sono stati proprio bravi, è stata davvero una grande festa», spiega Feltrin. «Momenti come quelli di sabato ti danno la carica: è bello ricevere tutto questo affetto, è bello sapere che il tuo lavoro viene apprezzato».

Già, un gran lavoro quello del tecnico longaronese, che l’estate scorsa ha raccolto l’eredità di Alberto Ghezze quale responsabile della velocità in rosa azzurra, dopo essere stato per anni strettissimo collaboratore dell’ampezzano (ora responsabile dell’area sportiva dei Mondiali di Cortina 2021) insieme a “Much” Mair e Marco Viale.

«Con Sofia siamo riusciti a centrare un risultato storico, una medaglia che ha calamitato sullo sci l’attenzione anche di persone che solitamente sono lontane dalla neve. In questo senso direi che l’oro di Goggia è non solamente un risultato tecnico importante ma anche una grandissima promozione per il nostro sport».

Se dovessi fare un “riassunto” di Sofia?

«Non è semplice riassumerla. Potrei dire: ragazza dalle idee chiare, lucida. tecnicamente spregiudicata, caparbia, tenace, sempre sul pezzo».

Quanta paura avete avuto di tornare a mani vuote, o quasi, dopo il superG andato “a vuoto”?

«Una medaglia in superG era alla nostra portata e siamo rimasti con l’amaro in bocca dopo il quinto posto di Anna Schnarf, a soli 16 centesimi dall’oro e a 5 dal bronzo, e con Federica Brignone sesta, Goggia undicesima e Nadia Fanchini dodicesima. Ma non si siamo persi d’animo, siamo rimasti fiduciosi, abbiamo lavorato bene nelle tre prove in vista della discesa. E in discesa è venuta fuori una gara fantastica. Vincere quando sei tra i favoriti e quando attorno a te c’è attesa non è assolutamente mai facile, rischiano di tremarti le gambe».

E ora?

«Giovedì si parte, destinazione Svizzera. A Crans Montana ci attendono un superG e una discesa. E poi sarà Svezia, con le finali di Are. Cercheremo di portare a casa il pettorale rosso di leader di discesa: ora Goggia comanda con 23 punti di vantaggio su Lindsey Vonn: sarà una lotta dura ed entusiasmante, siamo pronti per fare bene».

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