«Fusione giusta. È ora di mettere via i campanili»
I tifosi discutono l’idea di Belluno, Union Feltre e San Giorgio. Franco Gasparo: «Le rivalità? In fondo siamo tutti amici»
Gianluca Da Poian / BELLUNO
Lo scossone? C’è stato, eccome se c’è stato. Davvero forte, tanto che le partite di oggi pomeriggio sono giocoforza traslocate in secondo piano.
Mentre i giocatori devono continuare a tenere altissima la concentrazione e focalizzare il proprio focus mentale sulle otto giornate mancanti, dirigenti, addetti ai lavori e tifosi invece pensano ed ipotizzano gli scenari futuri, sia sognando e sia al tempo stesso portandosi appresso dubbi non semplici da fugare. La “valutazione di una futura collaborazione” avviata in modo ufficiale da Belluno, San Giorgio Sedico ed Union Feltre ha segnato uno dei punti di svolta del calcio provinciale.
Se la costituzione di un’unica prima squadra si verificherà o meno, cambia poco o nulla.
Nel senso: da adesso in avanti nulla sarà come prima. Ma cosa ne dicono gli appassionati dei colori gialloblù, biancorossoceleste e verdegranata? Glielo abbiamo domandato e le opinioni convergono su determinati punti, ma si differenziano in altre.
«Fondere le squadre? Giusto, giustissimo», esclama Franco Gasparo, tifosissimo dell’Union Feltre e calciatore della Feltrese tra gli anni 1958 e 1968. «E se lo dico io che ho i colori granata nel cuore… È il momento di mettere in secondo piano il campanile e rinunciare alle tre singole identità, affinché lascino spazio ad una squadra forte».
Gasparo ritiene un passo decisivo verso il professionismo «l’unificare le competenze di persone preparate, che al momento svolgono ruoli dirigenziali in ognuna delle società coinvolte. Anzi, se proprio bisogna dirla tutta, ritengo utile fondere pure i settori giovanili. Sarebbe strano avere una prima squadra unica ed i vivai separati».
Certo, perdere il fascino dei derby…
«Ma in fondo siamo tutti amici, come lo ero tra noi della Feltrese quando giocavamo contro i ragazzi del Belluno».
Dall’opinione di un volto storico del calcio locale alle parole di un giovane tifoso del Belluno, Alessandro Sommavilla, da diverse stagioni sempre al seguito del club gialloblù.
«Favorevole alla fusione», chiarisce subito. «Penso sia un bene unirsi, perché tre realtà così vicine nella stessa categoria dubito siano sostenibili per una provincia come la nostra. Il Covid e le sue conseguenze, vedi la mancanza di pubblico, rende ancor più importante fare le mosse giuste dal punto di vista economico. Certo, considerando i campanilismi ed altri aspetti, ritengo sia normale all’inizio voler difendere i propri colori e la propria città. Ma reputo davvero interessante alzare il livello calcistico locale e provare a confrontarsi con altre realtà. Magari, aggiungo io, si potrebbe pure ristrutturare gli stadi».
Mirco Barp, grande tifoso del Belluno, pone un dubbio.
«Ho fiducia nelle persone coinvolte, sono in grado di dare il via ad un progetto ambizioso. Ho però una perplessità riguardante la serie C: mi sembra un campionato con costi ed esigenze troppo superiori alla D, e non so se mettendoci assieme si avrebbe la forza di effettuare un salto permanente nel professionismo».
Piero Taffarel ha il vecchio Sedico nel cuore, ed ora il nuovo San Giorgio Sedico.
«E l’unica preoccupazione riguarda proprio la paura di vedere “schiacciato” quel che è stato creato da due città come Belluno e Feltre. Non sono comunque contro alla fusione, anzi. Il periodo è quello che è».
Italo Rizzotto, altro affezionato supporter dell’Union Feltre, lancia un suggerimento.
«Credo le tre società debbano affidarsi ad una sorta di manager, o persona superpartes che sintetizzi i processi decisionali. Altrimenti ognuno tira acqua al suo mulino e la cosa non va in porto. La fusione coinvolge tre club importanti, ogni passo va misurato con attenzione».
Critico Valter De Riz, da sempre a fianco dell’Union Ripa prima e dell’Union Feltre. Non gli piace né la fusione in sé e neppure le tempistiche del comunicato (e nel caso dell’Union, in molti hanno contestato l’uscita della nota due giorni dalla partita contro la Manzanese).
«Il Belluno è salvo, il San Giorgio quasi, noi abbiamo tutto in ballo. I calciatori rischiano di subire un condizionamento, anche se speriamo non sia così. Per il resto, fatico in ogni caso a vederla come un’operazione utile». —
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