«Gamba onori i debiti e si volti pagina»
BELLUNO. «Con questa conferenza stampa, vogliamo chiudere questa vicenda e non risponderemo più alle provocazioni. Ora ci aspettiamo che l'ex presidente della Spes Paolo Gamba onori al più presto i suoi debiti e voltiamo pagina».
Sono le parole di Fabiana Bianchini, ad una settimana dalla bufera che ha spazzato via Belluno dalla geografia della pallavolo femminile italiana nazionale. Il presidente della Spes ha spiegato come si è arrivati a questa conclusione, ma non vuole passare per l'assassino del volley bellunese.
«In primis volevo dire che la scelta di rinviare di una settimana questa conferenza stampa è solo dovuta al fatto che non volevamo alimentare un clima velenoso, che poi è infatti sociato in attacchi personali, anche nei social network, ai limiti della diffamazione. Mi spiace per le ragazze, che si sono trovate senza squadra ed avevano tutte le ragioni di manifestare il loro dissenso, ma ci siamo trovati coinvolti in questa vicenda nostro malgrado».
Dove è cominciata la divergenza ideologica con Gamba e il ds Giambattista De Mari.
«La Spes è nata nei 2009, con lo scopo di lavorare per Belluno e con Belluno, con molti genitori che hanno partecipato al progetto. La serie B2 doveva essere un punto di arrivo per le nostre atlete e l'arrivo di Gamba doveva farci fare il salto di qualità. Invece, un modo di ragionare diverso ci ha portati alla scissione della B2 dalle giovanili, pochi mesi dopo che l'assemblea aveva votato la cessione al Fratte della B2, che per noi non era più sostenibile economicamente. Gamba si era opposto, garantendo che avrebbe coperto lui in toto le spese per la categoria e si era andati avanti. In quella storia era stato accusato di giocare sporco il dirigente Walter De Barba, quando aveva solo agito secondo il mandato dei soci. Il consiglio Spes è composto di 14 dirigenti, ma qualcuno ha sempre pensato di poter fare quello che voleva della nostra società».
La Bianchini ripercorre alcune fasi salienti.
«Abbiamo una mail del 6 luglio, in cui la Fipav veneta diceva di non poter esprimere un parere sulla cessione del titolo, perchè era già stato spedito l'esposto alla procura. La mail era indirizzata anche alla Pallavolo Belluno, quindi tutti sapevano del rischio che la B2 venisse tolta al Belluno. E la Fipav sapeva bene che per tutta l'estate non abbiamo potuto tesserare nessuno. Tra l'altro, avevo parlato personalmente con il presidente regionale Maso, alle finali venete del beach volley. E quel giorno c'era anche Milani».
Proprio Milani è quello che si è esposto di più in questi giorni, mentre forse dovevano essere Gamba e De Mari a farlo.
«Milani è stato una delusione, ma non parlo solo del fatto che per tre mesi non mi ha nemmeno salutato. Da consigliere federale non poteva non sapere che il Belluno era iscritto in B2 sub judice, ma ha preferito ignorare il nostro esposto. La sentenza è stata chiarissima, poteva anche dire che era stato informato male, ma ha preferito sposare la tesi di Gamba. E su Gamba, posso solo ricordare che la smart card è stata usata anche la sera in cui è uscita la sentenza. Come è possibile riappacificarsi con gente che si comporta così?».
Tra la sentenza e la sparizione della B2 ci sono stati qattro giorni frenetici.
«Non hanno nemmeno approfittato della finestra che era stata offerta dalla Fipav. Io sono stata praticamente sotto assedio telefonico, anche se ho ricevuto una sola proposta. C'era scritto che i soldi che doveva dare Gamba per la vecchia gestione sarebbero stati quantificati e che sarebbero stati pagati in due tranche, tra la metà e la fine di ottobre, salvo la possibilità di andare per le vie legali. Gamba, tra l'altro, non mi ha nemmeno telefonato. È come dire, dateci la B2 e poi vedremo. Ma come è possibile fidarsi delle promesse di dirigenti che abbiamo dovuto portare in procura federale? Se Gamba voleva sedersi ad un tavolo doveva fare delle mosse concrete, invece non ha nemmeno telefonato. Per l'opinione pubblica è bene ricordare che, per lo statuto della Spes, i bilanci erano separati in tre settori, B2, giovanili maschili e giovanili femminili. Ho letto di una cifra di 14 mila euro detta da Gamba, che non risponde al vero. Ora, che assolva ai suoi impegni o abbiamo i mezzi per ottenere i soldi diversamente».
Milani ha affermato che eravate d'accordo con il Chions.
«Il mondo del volley è piccolo. Il Chions sapeva dell'esposto ed era interessato direttamente, perchè era la prima delle possibili ripescate. Con il presidente e il direttore sportivo ci siamo sentiti più volte, ma solo perchè ci chiedevano informazioni. Dirò di più. Se avessimo fatto l'accordo con il Belluno, il Chions avrebbe sicuramente fatto ricorso».
Come riparte adesso la Spes?
«Finalmente abbiamo sistemato tutti i tesseramenti e ripartiamo dai 13 campionati a cui siamo iscritti e con i 117 atleti. Posso anche raccontare un episodio. Abbiamo chiesto all'ufficio gare della Fipav di poter iscrivere fuori termine, e pagando una penale, una seconda squadra al torneo Under 14. Non ci è stato permesso, dicendo che c'erano già due gironi da 7 ed erano già a posto così. Faccio notare che nell'ufficio gare c'è la moglie di Milani. Se davvero vogliono il bene della pallavolo non è stato il modo migliore di dimostrarcelo».
Cosa resta dopo tutta questa storia?
«Vogliamo solo ripartire con le nostre idee, con la pallavolo dei giovani, che non è certo da oratorio, perchè se c'è un talento sappiamo valorizzarlo. Bisogna tornare ad un ambiente familiare, dove la gente si possa divertire. Sulle ragazze della B2, alcune si accaseranno in altre squadre e non ci opporremo, per le bellunesi, spero che qualcuna possa anche tornare da noi. Ho parlato con molte di loro e sanno che le porte sono aperte. Con gli altri dirigenti c’è il massimo dialogo e c'è una squadra interamente bellunese come il Limana per cui facciamo il tifo».
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