Gaspari dà un calcio alla sfortuna: «Adesso mi laureo»
Il cortinese sta recuperando dal grave infortunio che gli ha negato le Olimpiadi. «Torno ad allenarmi a febbraio»
CORTINA. «Pyeongchang? Un vero peccato non esserci perché quella pista, così tecnica, mi piace davvero. E lo scorso anno ero arrivato a tre decimi dal podio».
Così Mattia Gaspari, il talento italiano dello skeleton che in questa stagione olimpica dovrà però rimanere a casa. Il portacolori delle Fiamme Azzurre, uno dei ragazzi emergenti a livello mondiale, lo scorso 22 ottobre si è rotto il tendine d’Achille della gamba destra nel corso del raduno che la squadra azzurra stava svolgendo nella località tedesca di Winterberg.
Operato tre giorni dopo a Milano, ha imboccato la lenta via del recupero. Un infortunio che priva le Dolomiti bellunesi di un sicuro olimpionico e lo sport italiano di un’atleta che avrebbe potuto recitare un ruolo importante nella lotta per la conquista di una medaglia in terra di Corea.
«Già da aprile mi stavo preparando per le Olimpiadi e rispetto alla stagione passata ero migliorato parecchio. I test sul pistino di Cesana dicevano che avevo migliorato la spinta di più di 1 decimo», afferma l’ampezzano. «Non vedevo l’ora di cominciare e vedere i primi frutti della preparazione, a cominciare dal primo appuntamento di Coppa a Lake Placid, una pista tecnica che mi piace. Come quella di Pyeongchang, del resto, dove avevo gareggiato in Coppa a marzo. Il risultato che avevo ottenuto mi lasciava ben sperare in prospettiva olimpica: avevo chiuso al nono posto, a 99 centesimi dal vincitore, il lettone Martins Dukurs, ma a 34 centesimi dal terzo, il fratello di Martin, Tomass. Purtroppo le gare dovrò guardarle in tv».
Facciamo un pronostico per la gara olimpica?
«Io mi auguro che vinca Martin: se lo merita. Credo comunque che sul podio saliranno Martin, il coreano Yun Sungbin e il russo Alexander Tretiakov che, nell’ordine, hanno già caratterizzato l’sordio di Coppa del Mondo a Lake Placid. Si tratta solo di capire in quale ordine saliranno sul podio olimpico».
Quando potrai rientrare?
«Il recupero sarà più lento di quanto previsto, perché la lesione si è rivelata peggiore di quanto si pensasse: in sintesi, il tendine è intatto per la sua lunghezza ma si è staccato dal muscolo e quindi bisogna prestare la massima attenzione, e pazienza, perché si saldi bene. Sono sereno perché so di aver fatto tutto quello che si poteva per evitare problemi fisici. L’infortunio di Wintdierberg è stato un fulmine a ciel sereno ma ora l’importante è recuperare la piena efficienza. In queste tre settimane di convalescenza non ho fatto nulla. Credo di poter iniziare a fare esercizi in acqua tra una decina di giorni. Se tutto andrà come deve andare, potrò tornare a correre tra febbraio e marzo».
Intanto, Mattia approfitterà dello stop forzato per … sudare sui libri.
«Mi mancano pochi esami, spero di riuscire a laurearmi (in scienze motorie, ndr) e poi concentrarmi sulla stagione 2017-2018».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video