Giazzon: «I ragazzi della Plavis devono dare di più»
Prima. Il nuovo allenatore della Plavis parla all’indomani dell’esonero di Fin. «Ha pagato lui per tutti, adesso basta alibi»
plavis fregona; spareggio retrocessione
SANTA GIUSTINA. Da capitano a salvatore della patria. Dopo la quasi miracolosa salvezza sfiorata in Promozione, tocca ancora a Marco Giazzon provare a traghettare fuori dai pericoli la Plavis.
Ma stavolta, più che amico e compagno di squadra, l’ex Feltrese sarà un sergente di ferro. Anzi, prima scagiona Mauro Fin dalle eventuali maggiori responsabilità del penultimo posto, poi annuncia che da qui alle prossime settimane sia lui e sia i giocatori verranno messi sotto stretto esame. Perché così non si va avanti secondo il vecchio – nuovo tecnico biancoceleste, dalle cui parole emerge una sorta di delusione per l’atteggiamento mostrato fin qui dai calciatori.
«Il nostro è il classico caso in cui ha pagato l’allenatore per tutti. Mauro è un grande appassionato di calcio che ha dato e trasmesso tanto a tutta la rosa. Se dall’altra parte però c’è qualcuno che non recepisce… La squadra è stata descritta in maniera corretta: sembra apatica. E ciò non è possibile, considerando il curriculum e il valore dei ragazzi presenti in rosa. L’anno scorso avevamo degli oggettivi limiti tecnici, stavolta no. E occhio, ora in panchina non arriva Mourinho o chissà chi, quindi i nostri problemi non si risolvono solamente con la scossa decisa dalla società. I ragazzi devono dare assolutamente di più».
Sorge però un dubbio. A fine della passata stagione la società voleva lei rimanesse come guida tecnica, ma ha preferito declinare complici impegni personali restando comunque nello staff tecnico. Ora accetta di nuovo la sfida della panchina. Non poteva andare avanti fin da subito?
«Ho preferito prendermi un anno di tregua, pur restando all’interno di questo ambiente a cui sono molto legato. Lunedì però mi sono sentito in dovere di rispondere alla richiesta della società, perché qualcosa andava pur fatto per uscire da un momento delicato. Di certo gli impegni non sono nel frattempo calati, anzi, ma ci sarà modo di organizzare il tutto».
Tira la classica aria in cui, se fosse stato possibile, si sarebbe dovuta cambiare in pratica tutta la rosa più che l’allenatore.
«A dicembre degli innesti non mancheranno, mentre qualcuno probabilmente lascerà perché in tanti non si può essere. Alcuni ragazzi sono stati ritenuti all’altezza del progetto ma non stanno rendendo secondo le aspettative, quindi i dirigenti vedranno se muoversi di conseguenza. Ecco, se c’è una piccolissima parziale giustificazione riguardo questo inizio di campionato, è il fatto di aver avuto sempre fuori minimo due, tre titolari al colpo se non di più. Però sia chiaro, non voglio alibi da qui in avanti. Servono invece umiltà, rispetto e spirito di appartenenza per uscire da una situazione difficile».
Domenica a Cappella Maggiore urgono le prime risposte.
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