Giro 2022, prende forma l’arrivo sulla Marmolada

La corsa rosa potrebbe decidersi sulla salita del Fedaia sabato 28 maggio. Nel maggio scorso fu annullata per le condizioni proibitive del meteo
Ilario Tancon
Un precedente passaggio sul Passo Fedaia
Un precedente passaggio sul Passo Fedaia

Lo scorso 24 maggio è stata cancellata dal maltempo, il prossimo 28 maggio potrebbe essere la salita che deciderà le sorti del Giro d’Italia numero 105.

Stiamo parlando della Marmolada, la terribile ascesa che da Rocca Pietore porta al passo Fedaia: 14 chilometri di sviluppo per 1. 062 metri di dislivello, 7. 6 per cento di pendenza media, con punte al 18 per cento, la parte più difficile concentrata negli ultimi cinque chilometri, quelli dopo Malga Ciapela.

Dalle (poche, pochissime rispetto al passato) indiscrezioni che trapelano in queste ore, il Fedaia potrebbe essere la sede d’arrivo della penultima tappa del Giro d’Italia del prossimo anno, un Giro che, pare, dovrebbe trovare a Nord Est, tra Veneto e Friuli, la sua risoluzione.

Come già anticipato su queste pagine nei giorni scorsi, venerdì 27 maggio dovrebbe corrersi la Lignano – Valli del Natisone. Il giorno successivo la frazione dolomitica e domenica 29 la conclusione a Verona.

Certezze non ve ne sono ma le quotazioni del Nord Est per un finale ad altissima intensità sono importanti. In questo scenario, la provincia di Belluno dovrebbe recitare un ruolo importante: si era lavorato per Valbelluna e Alpago così come per le Tre Cime di Lavaredo ma l’ipotesi che al momento sembra più plausibile è, appunto, quella della Marmolada. Salita che lo scorso anno avrebbe dovuto costituire uno dei momenti più interessanti della Sacile-Cortina ma che, causa meteo avverso (freddo, pioggia e neve) era stata tagliata, insieme al Pordoi. Il prossimo anno potrebbe essere tutta un’altra musica.

Se l’idea Marmolada (l’arrivo in Agordino è parte di un progetto pluriennale per avere la corsa rosa in provincia) si concretizzerà, per gli appassionati sarà, anche se non si percorreranno i bellissimi “Serrai”, impraticabili dopo la tempeste Vaia, un’opportunità interessantissima.

Come fu nel 2008, quando il 25 maggio si corse la Arabba – Passo Fedaia, frazione (la quindicesima di quel Giro) di 153 chilometri che prevedeva anche Pordoi, San Pellegrino, Giau e Falzarego.

A vincere quel giorno fu il vicentino Emanuele Sella (vincitore anche il giorno precedente all’Alpe di Pampeago) che si impose con 2’05” sul compagno di squadra Domenico Pozzovivo e con 2’10” su Riccardo Riccò. A vestire la maglia rosa alla partenza di Arabba era il lombardo Gabriele Bosisio, ma le insegne del primato in cima al Fedaia passarono sulle spalle del fuoriclasse spagnolo Alberto Contador, che le portò fino al trionfo finale di Milano.

La Marmolada su scoperta dal Giro nel 1969, ma rimase solo sulla carta. Il 5 giugno, infatti giorno della Trento – Marmolada – Malga Ciapela (ventesima frazione) il meteo era avverso e la tappa fu annullata dopo tentativi di trovare un percorso alternativo e proteste dei corridori. Il patron della corsa rosa, Vincenzo Torriani, ci provò, con successo, l’anno successivo: ecco al Giro del 1970 la Arta Terme – Marmolada (Malga Ciapela), tappa che prevedeva anche le ascese a Mauria, Forcella Cibiana e Forcella Staulanza. A vincere fu Michele Dancelli davanti a Bitossi arriva a tredici secondi, ai belgi Martin Van Den Bossche ed Eddy Merckx (maglia rosa e poi vincitore del Giro) e Gimondi.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi