Giro d’Italia, si lavora per due tappe nel 2021 con l’arrivo sul Nevegal e un altro in Cansiglio

I Comuni di Alpago, Chies, Tambre, Ponte, Belluno e Limana fanno squadra per puntare a un grande risultato
Giro d'Italia crono scalata del Nevegal . Ultimi 3 KM. Alberto Contador - Alberto Contador sul Nevegal durante la cronoscalata
Giro d'Italia crono scalata del Nevegal . Ultimi 3 KM. Alberto Contador - Alberto Contador sul Nevegal durante la cronoscalata



. Alpago e Valbelluna si candidano a ospitare il Giro d’Italia nel 2021. La corsa rosa è un veicolo promozionale di assoluto rilievo e i comuni di Alpago, Chies, Tambre, Ponte nelle Alpi, Belluno e Limana stanno unendo le forze per portare l’evento in provincia nel 2021.

In questi giorni le amministrazioni stanno deliberando (per alcune l’atto è già stato ufficializzato, per altre avverrà nei prossimi giorni) la manifestazione d’interesse per poi fare i passi necessari con Rcs, la società che organizza il Giro, Regione Veneto e Dmo. Capofila è il Comune di Alpago.

«Come Comune di Alpago ci eravamo proposti già alcuni mesi fa per una tappa nel 2020 o nel 2021», spiega l’assessore Federico Costa. «Successivamente, ci siamo messi a un tavolo con altre amministrazioni interessate a un passaggio del Giro, condividendo il progetto di portare sul territorio due tappe della corsa rosa, in modo da far rimanere la carovana più tempo, portare più persone, creare più interesse».

L’idea è quella di una tappa con arrivo in Nevegal il primo giorno, passando da Valmorel, scendendo a Tassei e risalendo verso Ronce. In alternativa si potrebbe arrivare sul Colle, una volta scesi da Valmorel, salendo da Castion oppure, ancora, da Quantin.

Nell’idea delle amministrazioni, la seconda giornata dovrebbe essere dedicata a una cronoscalata che coinvolga tutto l’Alpago: partenza da Farra, transito per il comune di Chies (Pedemontana?) e arrivo a Sant’Anna o Col Indes.

O, ancora, Cansiglio. Si tratta di due giornate il cui profilo è ancora tutto da disegnare. Il progetto, il cui costo va dai 4 ai 500 mila euro, è infatti solamente allo stato embrionale e la sua fattibilità va verificata con Dmo, Regione e Rcs.

«L’idea del Giro l’avevamo in mente da tempo e volentieri ci siamo messi a disposizione per fare da capofila al progetto», dice il sindaco di Alpago, Umberto Soccal. «Sarebbe un’opportunità davvero notevole per il nostro turismo».

«Per Chies sarebbe un evento storico», così Paolo Zanon, vicesindaco di Chies. «Mai infatti la corsa rosa è transitata sul nostro territorio».

«Sul territorio di Ponte ci sarebbe solo un passaggio, ma è fondamentale la sinergia che si sta creando perché il territorio bellunese va valorizzato nel suo insieme», dice Marta Viel, assessore a turismo e sport del Comune di Ponte nelle Alpi. Anche Jacopo Massaro e Marco Bogo, sindaco e assessore allo sport del comune di Belluno, sottolineano l’importanza della condivisione.

«Questa strategia condivisa tra amministrazioni e territori è una novità importante. Il Giro è una vetrina che porta visitatori e questi poi possono divenire turisti», dice Massaro. «Avevamo cercato il Nevegal per un passaggio già in questo 2019», spiega Bogo. «Se riuscissimo a concretizzare un arrivo per il 2020 sarebbe importantissimo».

A Limana il Giro potrebbe servire a “lanciare” gli eventi dedicati alla celebrazione dei cinquant’anni dalla morte di Dino Buzzati, nel 2022.

«Occorre fare squadra e far sì che il Giro si fermi in Valbelluna per più giornate in modo che diventi un’occasione promozionale incisiva», dice il sindaco Milena De Zanet. «Il passaggio a Valmorel, luogo buzzattiano, sarebbe di grandissima suggestione e grandissimo richiamo».

Nelle prossime settimane se ne saprà qualcosa di più. Rimane sul piatto anche l’ipotesi, di cui si era parlato nei mesi scorsi, di un arrivo sulla Marmolada: previsto per il 2020, è poi slittato al 2021 a causa del fatto che i Serrai di Sottoguda ancora non sono agibili. Difficile comunque pensare, per il 2021, a tre tappe bellunesi. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi