Giusti: «All'Union molti sono giocatori professionisti solo se si parla di soldi»
Deluso e amareggiato. Non potrebbe essere altrimenti, chiaro. Eppure Nicola Giusti di alzare bandiera bianca proprio non ne vuole sapere, anche se la classifica comincia ad essere piuttosto complicata da sistemare e l’obiettivo salvezza si allontana, domenica dopo domenica. O mercoledì, in un campionato dove i turni infrasettimanali sono ormai diventati l’abitudine.
Certo, le parole che il presidente rilascia in serata fanno trapelare l’enorme insoddisfazione dei dirigenti nei confronti in particolare di diversi calciatori. Nessuno o pochissimi sembrano caricarsi sulle spalle la squadra e nella partita di ieri pomeriggio gli errori individuali e l’arrendevolezza mostrata nel secondo tempo sono costati la sconfitta. Ciò fa ancora più arrabbiare la società, perché sino alla rete dell’1-1 si era quasi visto solo l’Union Feltre in campo. Vuol dire avere le capacità, ma non utilizzarle.
TORNANDO INDIETRO…
«Continuo ad invocare qualche assunzione di responsabilità maggiore», commenta con tono e fermo deciso il numero uno verdegranata. «Parlo di prestazioni all’altezza, saper gestire le diffide e molto altro. Perché ad esempio non esiste che un giocatore dell’esperienza di Nonni, diffidato, si faccia ammonire con una sciocchezza a Chioggia mettendo in difficoltà la squadra. Oppure di quanto accaduto con Malagò (ne parliamo nel pezzo qui sotto, ndr.). La verità è che il San Giorgio Sedico ci sta ben insegnando come si fa quando le cose non funzionano: i calciatori si mandano via, senza tergiversare troppo. Noi invece abbiamo voluto aspettare chissà cosa, sperando di dare continuità e quindi trovare il modo corretto con cui uscire dalle zone pericolose di classifica. Purtroppo non sta servendo, anzi. Pretendiamo di più, soprattutto da chi si dimostra professionista solo nel momento in cui va discusso l’accordo economico in estate».
Parole dure quelle di Giusti, scottato tra l’altro poche ore prima dal caso Malagò. Si potesse tornare indietro, sarebbe da rifare ogni cosa a partire da giugno in poi, però non è certo una cosa fattibile. Il mercato comunque è in grado di riservare ancora novità.
«Faremo le valutazioni necessarie, come società continueremo a non mollare di un millimetro. Qualsiasi operazione serva per tentare di mantenere la categoria, la metteremo in pratica. Purtroppo abbiamo sbagliato diverse scelte, il campo lo sta dimostrando».
VIETATO ARRENDERSI
Mancano nove giornate, i punti in palio sono 27. Certo, se ne hai ottenuti 23 in ventinove giornate…
L’unico aiuto ora può arrivare dalla Lnd, qualora davvero limitasse a due le retrocessioni come si vocifera nelle ultime settimane. Comunque bisogna trovare un’altra squadra da mettere alle spalle, oltre al Chions sempre più ultimo.
«La corsa va fatta sulla Virtus Bolzano», evidenzia Giusti. «Sono a +7 da noi con lo stesso numero di partite giocate. Se ci arrendiamo adesso non va bene e qui nessuno vuole farlo. Domenica andiamo al Baracca di Mestre e bisogna avere la convinzione di voler muovere la classifica, poi ci prepareremo alla volata finale dopo l’interruzione del 25 aprile e del 2 maggio. È dura, però se la matematica ci permette di continuare a sperare nella salvezza, è nostro dovere tentare di raggiungere il traguardo. Retrocedere sarebbe un danno non solo per la società, ma anche per gli stessi curriculum dei calciatori». —
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