Goggia, esami impietosi dopo Cortina. Per Pechino servirà un miracolo

La diagnosi dopo l’infortunio nel SuperG è durissima: distorsione al ginocchio sinistro, 

piccola frattura del perone e lesione parziale del legamento

Gianluca de Rosa
La caduta di Sofia Goggia
La caduta di Sofia Goggia

Trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura del perone ed una sofferenza muscolo tendinea.

Questo il responso della risonanza magnetica e di una tac a cui si è sottoposta Sofia Goggia dopo la caduta sull’Olympia delle Tofane di Cortina. Gravità dell’infortunio confermata dagli esami strumentali, svoltisi nel tardo pomeriggio di ieri a Milano, nella clinica La Madonnina, alla presenza della commissione medica della Fisi presieduta dal dottor Andrea Panzeri, dove la Goggia è arrivata dopo aver lasciato in fretta e furia Cortina a bordo di un elicottero.

Sofia Goggia esce dolorante dal parterre d'arrivo a Cortina
Sofia Goggia esce dolorante dal parterre d'arrivo a Cortina

La diagnosi apre un grosso punto interrogativo sulla partecipazione della bergamasca alle Olimpiadi di Pechino dove, oltre ad essere portabandiera della spedizione italiana, è chiamata a difendere il titolo conquistato a Pyeongchang nel 2018.

La sensazione è che alla fine ce la farà, l’entourage della campionessa si è professato in tal senso molto fiducioso.

«Sofia comincerà oggi il percorso riabilitativo, con l’obiettivo di essere al via della discesa femminile di Pechino 2022 in programma martedì 15 febbraio», si legge in una nota redatta dalla Fisi in serata.

«Mi dispiace, è un stop che non ci voleva, in un momento così importante della stagione», ha commentato una volta uscita dalla clinica meneghina Sofia Goggia, stanca ma agguerrita, «già dalle prossime ore comincerò la fisioterapia per cercare di difendere il titolo olimpico nella disciplina che più amo», ha aggiunto.

Giornata complicata per la bergamasca all’ombra delle Tofane. La gioia di sabato ha lasciato presto il posto allo sconforto: la caduta, poi il rientro alla finish area per chiudersi in un tendone di colore blu alla presenza del medico federale Giovanni Montani e del fisioterapista Gigi Devizzi.

Una volta uscita, la gravità della situazione percepita in pista si è fatta certezza. La Goggia ha lasciato l’arena accompagnata a spalla dallo stesso medico Giovanni Montani e dal responsabile della comunicazione della Fisi Andrea Facchinetti.

Tuta nera, capelli al vento e sguardo basso, la Goggia è dapprima rientrata in paese all’hotel Franceschi, quartier generale della nazionale italiana, per poi trasferirsi a Milano, alla corte del dottor Panzeri, capo della commissione medica della Fisi. In elicottero, per velocizzare i tempi. Perché Pechino è dietro l’angolo, ed ogni minuto in più, in questo momento, diventa prezioso.

Il primo responso, giunto pochi minuti dopo l’incidente recitava: “Sospetta distorsione del ginocchio sinistro”.DIERRE

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