Guerriglia a Calalzo, due Daspo
BELLUNO. Cinque anni di divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Mano pesante del questore di Belluno nei confronti di due tifosi del Padova di 37 e 26 anni, indicati tra i responsabili dei disordini scoppiati a fine luglio nel Comune di Calalzo di Cadore.
I fatti risalgono al 25 luglio, quando residenti e automobilisti di passaggio segnalarono scontri e tafferugli tra opposte tifoserie in strada, a seguito dei quali fu temporaneamente interrotto il traffico sulla statale 51 bis, teatro di un fitto lancio di sampietrini, fumogeni e altri oggetti contundenti. Ai due lati della strada furgoni e auto dai quali i testimoni avevano visto prima uscire e poi risalire gli ultrà. Inizialmente si era pensato a un faccia a faccia tra sostenitori biancoscudati (in quei giorni il Padova era in ritiro a Pieve di Cadore) e vicentini (il Vicenza era invece in ritiro a San Vito di cadore), ma i successivi accertamenti delle forze dell’ordine (sul posto gli uomini del Commissariato di Cortina e i reparti Digos di Padova e Belluno) svelarono poco dopo che a fronteggiarsi erano stati i supporters del Padova e quelli ferraresi della Spal, legati da una storica e accesa rivalità. La polizia aveva recuperato sul teatro degli scontri e sequestrato svariati oggetti tra i quali tondini di ferro occultati nelle aste in plastica delle bandiere, sampietrini, fumogeni, caschi, alcuni ombrelli e numerose bottiglie di vetro. A seguito di ricostruzioni e segnalazioni acquisite sul posto da e fornite da testimoni, erano subito scattate in tutta la zona le indagini e le ricerche che, nel giro di pochi minuti, avevano portato all’intercettazione di un’auto con due tifosi padovani a bordo. All’interno del veicolo erano stati rinvenuti numerosi oggetti contundenti (sampietrini e bottiglie di vetro), tra cui anche due stampelle accuratamente “modificate”. Oggetti del tutto compatibili con quelli precedentemente rinvenuti sul luogo dei disordini.
I due tifosi biancoscudati, a seguito di accertamenti, erano stati denunciati per lo specifico reato previsto dalla normativa che tutela la sicurezza delle manifestazioni sportive, mentre nei giorni scorsi si sono visti destinatari anche del Daspo della durata di 5 anni, il massimo della pena prevista dalla normativa. Per i due, inoltre, c’è anche l’obbligo di presentarsi in un ufficio di polizia 20 minuti prima e 20 minuti dopo l’inizio di ogni partita della squadra del Padova. (ma.ce.)
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