hockey»LE SEMIFINALI DI COPPA ITALIA AL PALAONDA

di Michele Bolognini BOLZANO Il Val Pusteria non è più un tabù: dopo quattro ko consecutivi, il Cortina si mangia i lupi e vola in finale di Coppa Italia (stasera alle 20.30 in diretta Rai). Partita...

di Michele Bolognini

BOLZANO

Il Val Pusteria non è più un tabù: dopo quattro ko consecutivi, il Cortina si mangia i lupi e vola in finale di Coppa Italia (stasera alle 20.30 in diretta Rai). Partita da infarto al Palaonda: reti inviolate per oltre 58 minuti, finale da fantascienza.

A 100 secondi dalla sirena Oberrauch spalanca al Val Pusteria le porte della terza finale consecutiva di Coppa, Menei le richiude un minuto più tardi e una fucilata di Isherwood in overtime manda i biancoazzurri in paradiso.

Ma partiamo dall'inizio, con gli occhi di tutti puntati su Armin Helfer, arrivato nella serata di ieri a Brunico. In casa Cortina (assente Michele Zanatta) coach Stefan Mair deve fare i conti con la pesante assenza di Ryan Dingle ed è costretto a rimescolare le linee offensive, mentre dall'altra parte Kivela, che ritrova DiCasmirro dopo un mese e mezzo, sacrifica Persson (turn-over).

Gli ampezzani faticano ad entrare in partita, non riescono a tenere testa al ritmo imposto dai lupi, e si aggrappano a un Levasseur che dimostra di avere ritrovano sicurezza dopo un periodo a corrente alternata. La superiorità del Val Pusteria, nel primo tempo, è certificata dal numero dei tiri in porta (13-4), ma la gara cambia volto nella seconda frazione. Dagli spogliatoi esce un Cortina trasformato: altro spirito, altro atteggiamento, altra voglia. Se gli ampezzani sembrano aver fatto il pieno di benzina, i lupi rientrano in pista con le gambe molli e la testa svuotata. Menei prova a pungere in contropiede, ma è con l'uomo in più che la Mair-band tira fuori il meglio: Hennigar detta sempre i tempi giusti, riesce a mandare fuori giri lo special team pusterese, ma la fiondata di Bowman dalla blu va a morire sulla traversa.

Il Cortina prende coraggio, alza il baricentro, ma per due volte si apre alle transizioni solitarie di Scandella e Jensen i quali si schiantano su un Levasseur formato-saracinesca. Quando il portierone del Cortina non ci arriva, come in avvio di terzo tempo su Jensen, ci pensa il palo.

Poi scatta l'ora dei fuochi d'artificio: nel finale il Val Pusteria pianta le tende nel terzo d'attacco, e fort-Levasseur resiste sino a 100 secondi dalla fine quando Ling apparecchia per Oberrauch che fa esplodere i 500 tifosi gialloneri.

Sembra finita, ma questo Cortina non muore mai: a 35 secondi dalla sirena Menei s'inventa il pareggio che manda la sfida all'overtime, e a 99 secondi dai rigori, con Magnan in panca puniti, Isherwood tira fuori l'artiglieria pesante e fulmina Stromberg con una legnata dalla blu. Festa Cortina, lacrime Val Pusteria.

Nel dopo partita coach Stefan Mair, ex di turno, trattiene a stento il sorriso: «Ma non è tempo per pensare alle vendette personali. Sono solo felice di essere in finale: abbiamo dimostrato di avere carattere, di essere un gruppo che non molla mai, e alla fine ci ha aiutato anche un pizzico di fortuna».

«Ci bruciavano le 4 sconfitte consecutive contro il Val Pusteria - gli fa eco Giorgio De Bettin - in maniera particolare l'ultima. Essere in finale è una rivincita dopo le sofferenze degli ultimi due anni».

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