Il bellunese Sinani rinnova con il Milan

Contratto fino al 2021. Il sogno di sfondare con la sua squadra del cuore: «Sono da sempre rossonero» Ha debuttato con l’under 19 del Kosovo: «Ora voglio la nazionale maggiore»

BELLUNO

«Sono milanista, come tutta la mia famiglia. Eppure a 14 anni avevo scelto l’Inter tra le molte pretendenti. Poi, però, vennero i dirigenti rossoneri a casa mia per convincermi, e a quel punto non potevo proprio dire di no».

Mai scelta fu più azzeccata, verrebbe da dire. Perché Ismet Sinani, 19 anni bellunese, ha iniziato una brillante carriera nelle giovanili del Milan e proprio pochi giorni fa ha rinnovato il suo contratto fino al 2021. Altri tre anni nella squadra del suo cuore, dunque. Con il sogno, neppure troppo nascosto, di potersi ritagliare qualche spazio con i grandi.

«Il mondo della prima squadra lo conosciamo noi della Primavera. Ci alleniamo nelle medesime strutture di Milanello e da quando c’è Gattuso allenatore abbiamo disputato molte partitelle assieme a loro. Sono poi molto amico di Donnarumma, con il quale ho condiviso i miei primi anni a Milano, e parlo con Locatelli e Cutrone. I big più disponibili con i ragazzi? Borini e Montolivo».

Si è parlato tanto di Donnarumma. Come ce lo descrivi?

«Un ragazzo molto umile. E un portiere davvero bravo, ma questo si sa».

Questo rinnovo a cosa può portare?

«Vediamo, bisogna ancora definire bene i programmi con la società. Se verranno create già quest’anno le seconde squadre potrei giocare la serie C con il Milan B. Altrimenti capiremo assieme quali sono le soluzioni migliori».

Quanto è cresciuto con Gattuso?

«L’ho avuto quattro mesi, e posso dire che è identico al Gattuso giocatore. Una grinta incredibile, ma soprattutto tanta umanità: se hai anche il minimo problema non ti lascia mai solo. Un vero numero uno. Con lui tra l’altro eravamo terzi in classifica. Il suo spostamento in prima squadra l’abbiamo un po’ patito e forse ha inciso nella mancata qualificazione ai playoff scudetto».

Com’è la vita a Milano?

«Ormai è casa mia, vivo qui da cinque anni. All’inizio sono andato in convitto assieme proprio a Donnarumma, poi ci siamo spostati vicino San Siro. Meglio, potevo andare a vedere più spesso le partite. Non usciamo spesso, c’è il coprifuoco da rispettare, ma sono sacrifici che si fanno ben volentieri per inseguire il proprio sogno».

Passione di famiglia il calcio?

«Mio papà ci giocava con gli amici in Kosovo, quindi credo un po’ di bravura me l’abbia passata. Ho poi un fratello del 2004 tesserato per il Giorgione e su di lui molte squadre hanno già chiesto informazioni. Spero abbia presto l’opportunità di approdare in un grande club».

Milan dunque. Ma c’è un’altra chiamata da lei molto attesa.

«Mi piacerebbe giocare con la nazionale maggiore del Kosovo. Recentemente con l’under 19 ho preso parte al torneo Élite di qualificazione agli Europei contro Portogallo, Irlanda e Slovacchia. In teoria tra poco dovrei essere selezionato dall’under 21. Un passo alla volta…».

E a Belluno quando torna?

«Ogni mese e mezzo, due, cerco di tornare su qualche giorno. D’altronde è casa mia, sono nato lì e ci sono i miei amici e la famiglia. Mio papà comunque, nonostante la distanza, ogni due, tre settimane viene a vedermi». —



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