Il Belluno in vetta. Polzotto: «È lunga, godiamoci il momento»

L’amministratore delegato al settimo cielo. «La forza è il gruppo, proprio nell’anno in cui abbiamo speso di meno»

Giacomo Luchetta / Belluno

Come in un sogno. Il Belluno che guarda tutti dall’alto. II gialloblù primi in classifica non si vedevano dall’ottobre 2014, quando la società di Piazzale della Resistenza si era trovata in testa con sei vittorie in altrettanti match insieme al Padova. In quel momento in Italia, dalla serie A alla D, solo loro avevano tenuto il passo della Juventus di Allegri.

È un momento magico, con la squadra allenata da Renato Lauria capace di ottenere 29 punti in 16 giornate, una partenza davvero incredibile se si pensa all’obiettivo salvezza annunciato ad inizio stagione.

Nei momenti di goliardia il vicepresidente Gianpiero Perissinotto ha sempre rilanciato il coro “sì, sì, serie C”, accompagnato da tutta la dirigenza e dai suoi giocatori. È solo una canzone, niente di più, ma bisogna fare i complimenti per cosa sta riuscendo a fare il Belluno quest’anno. Però pensare ad un salto di categoria sarebbe pura utopia.

«Dopo la vittoria contro la Virtus Bolzano sono andato dal presidente Lazzari e gli ho detto di preparare il budget per il prossimo anno», commenta scherzando l’amministratore delegato Paolo Polzotto, «battute a parte, bisogna tenere i piedi per terra, perchè la stagione è ancora lunga e difficile. Detto ciò, fa un piacere immenso essere li, ce lo godiamo, ma senza esagerare. La classifica vede squadre che devono ancora recuperare diverse partite. Noi facciamo fatica a giocare ogni tre giorni perché siamo in pochi, altre squadre hanno rose incredibili e fanno turn over come in serie A. Noi facciamo con quello che abbiamo e meglio di così non poteva andare».

Nel 2014 il Belluno dopo sei giornate era primo insieme al Padova e pochi giorni dopo giocò lo scontro diretto in casa degli scudati.

«Eravamo solo noi, il Padova e la Juve in Italia», sorride, «perdemmo di misura ma sullo 0-0 ricordo che non ci fu concesso un rigore netto per un fallo ai danni di Mosca».

Un inizio così nessuno se lo sarebbe aspettato.

«Magari un euro l’avrei messo, ma non di più, quello che sta succedendo è incredibile. La forza del Belluno è il gruppo, però è quasi lo stesso che due anni fa si è salvato ai playout. Però quando si innesta una spirale positiva o negativa di risultati cambia tutto. I successi aiutano a giocare bene senza ansie, quando si inizia a perdere le cose si complicano. Con il Caldiero, per esempio, abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma alla fine di una stagione sono convinto che queste cose si compensino. L’importante è dare il massimo e crederci sempre».

Siete primi, nell’anno del budget più basso.

«Sicuramente è quello più basso degli ultimi anni. Siamo andati a spendere il meno possibile, perché non avevamo certezze visto come si era conclusa la stagione dello scorso anno. I giocatori hanno capito la situazione economica e ci sono venuti in contro. I “vecchi” lavorano tutti e hanno capito di cosa stavamo parlando. Non sono abituati solo a giocare a pallone, si sono resi conto della crisi importante in atto».

Di chi sono i meriti?

«Dei giocatori e del gruppo ho già parlato, ma mister Lauria sta dimostrando grandi qualità nella gestione dei ragazzi, sia nell’aspetto tattico che tecnico. Tutti lo seguono e si applicano molto per fare quello che chiede. La società dimostra sempre tanto entusiasmo e voglia nonostante gli anni passino. Ricordo che ero in vacanza al sud e in albergo c’era una squadra di serie D in ritiro e quando gli dissi che ero un dirigente del Belluno, mi risposero che avevano sentito dire che li si stava proprio bene e che tutti ne parlavano in maniera positiva. Questo non può che far piacere. I risultati raccolti fino ad ora ci stanno dando ragione». —

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