IL GIRO A BELLUNO - LE TAPPE STORICHE / 18Nel 1939 Valetti beffa Ginettaccio

La battaglia inizia nelle due tappe bellunesi e si conclude solo a Milano. Il toscano era il grandissimo favorito, ma il vincitore del 1938 riesce a concedere un grandissimo bis
Gino Bartali
Gino Bartali
BELLUNO
. Il Giro d'Italia del 1939 regala una delle più grandi sorprese della sua storia. Il grandissimo favorito è Gino Bartali, che ha vinto la corsa rosa nel 37 ed è reduce dal trionfo al Tour del 38. Infatti, dopo aver preso la maglia alla seconda tappa, vincendo la Torino - Genova e averla subito lasciata nelle mani di Cino Cinelli, prima e Giovanni Valetti, poi, Ginettaccio si riscatta nella due giorni sulle Dolomiti, sembra aver ormai in pugno il Giro, ma finisce per arrendersi a Valetti sul Tonale, nella penultima tappa.

La carovana arriva a Cortina il 14 maggio 1939, da Gorizia dopo 195 km. Bartali è in ritardo in classifica, perché nella Genova - Pisa un gruppo di nove corridori, tra i quali Cinelli e Valetti se n'è andato in fuga, ha visto l'occasione di eliminare il recente vincitore del Tour dalla classifica generale e, collaborando nei cambi, ha inflitto a Bartali 7' di ritardo. La tappa di Cortina è la 15ª e viene vista dagli addetti ai lavori come la più favorevole per il campione toscano, che può contare sul passo della Mauria come trampolino di lancio verso la conca ampezzana. In realtà, a Cortina quella domenica di maggio del 39 vince Secondo Magni, che regola in volata Bartali e Vicini. Valetti regge bene e sembra che il Giro sia nelle sue mani. Ma molto dovrà ancora accadere.

L'indomani, infatti, c'è da correre la Cortina - Trento di 256 km e Gino Bartali sul Rolle scatena l'offensiva nei confronti di Valetti, che va in crisi. Bartali pesta sui pedali come una furia e giunge a Trento con circa 8' di vantaggio sull'ormai ex maglia rosa. Ginettaccio veste il simbolo del primato e sembra ormai destinato a conquistare il suo terzo Giro d'Italia. Invece, nella Trento - Sondrio di 166 chilometri è Valetti a capovolgere nuovamente le sorti della corsa rosa. Il gruppo è chiamato ad affrontare il Tonale, ma è una giornata infame, ci sono venti centimetri di neve sulla strada, c'è nebbia, Bartali prima fora, poi cade. Verso l'Aprica Valetti attacca, se ne va tutto solo e giunge a Sondrio con 5'32" su Olimpio Bizzi, con Bartali che arriva a 7'. La maglia rosa è nuovamente di Valetti.

Chi pensa che sia finita, però, si sbaglia di grosso, perché l'indomani, nell'ultima tappa da Sondrio a Milano, Bartali, che ha circa 3' di ritardo in classifica, non si arrende e attacca ancora sul Ghisallo, a Inverigo, però, il gruppo lo riprende e a Bartali non rimane che consolarsi con la vittoria di tappa, mentre Valetti conquista il suo secondo Giro consecutivo.

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