IL GIRO A BELLUNO - LE TAPPE STORICHE / 201979: che rivalità fra Saronni e Moser

Un attacco a Knudsen (caduto a Lozzo) fa esplodere la «battaglia». Il trentino minaccia di farla pagare al rivale, attacca addirittura in salita, ma a Milano vince il «Giaguaro»
Beppe Saronni inseguito da vicino da Moser sul Mauria
Beppe Saronni inseguito da vicino da Moser sul Mauria
BELLUNO
. Al Giro 1979 esplode il dualismo tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, una rivalità che farà ritornare il ciclismo italiano ai tempi di Coppi e Bartali. Già nel 1978 il ventenne Saronni si era permesso il lusso di vincere tre tappe al Giro, ma nella 62ª edizione, quella che parte con un cronoprologo vinto da Moser, Saronni sovverte ogni pronostico.  Sembra un Giro disegnato per il trentino, con quattro cronometro individuali, oltre al prologo. Francesco Moser parte bene e tiene la maglia fino alla settima tappa, dominando la crono di Napoli. E' nella seconda sfida contro il tempo che Saronni strappa il simbolo del primato all'avversario diretto: nella Rimini - San Marino Beppe rifila a Checco 1'28".  Io Giro, però, si decide sulle Dolomiti. Il 2 giugno è in programma la 16ª tappa, la Treviso - Pieve di Cadore, vinta da Roberto Ceruti per distacco. Ceruti disputa una gara di testa, sgretola la resistenza dei compagni di fuga, tra cui Bertacco, Cipollini e Rota e arriva solitario a Pieve di Cadore. Alle sue spalle, però, succede il finimondo, perché il pericolosissimo cronoman Knut Knudsen cade più o meno nei pressi di Lozzo, Saronni attacca e guadagna 6" su Moser e 24" sul norvegese, arrivando secondo a Pieve a 1'17" da Ceruti. Apriti cielo, succede il finimondo. Moser avverte la maglia rosa che farà di tutto per fargli perdere il Giro, beccandosi i rimproveri di mamma Cecilia.  Il 3 giugno la carovana sosta a Pieve di Cadore per la giornata di riposo, mentre il 4 giugno è in programma la 17ª tappa, la Pieve di Cadore - Trento, di 194 chilometri, con il Falzarego e il Pordoi. L'uomo della Roubaix mantiene la promessa, attaccando sulle Dolomiti, nonostante la montagna non sia il suo terreno preferito. Strepitosa la sfida sul versante bellunese del Pordoi, con Moser che attacca, scatta di continuo, prova azioni di forza e Saronni che replica, tiene duro, rimane a ruota del rivale. La furia di Moser, anziché far saltare la maglia rosa, toglie dai giochi Knudsen, ancora provato per la caduta. Il norvegese arriverà al traguardo in grave ritardo e l'indomani si ritirerà.  A Trento vince Moser, in volata su Contini e Tinazzi, con Saronni che rinuncia a disputare lo sprint per evitare ogni pericolo. Il Giro ormai è suo, tanto che nell'ultima crono, quella che porta da Cesano Maderno a Milano, Beppe Saronni si prenderà anche il lusso di battere nuovamente Checco Moser, vincendo il suo primo Giro d'Italia, a soli ventun anni, con 2'09" sul trentino e 5'13" su Bernt Johansson.

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