IL GIRO A BELLUNO - LE TAPPE STORICHE / 211980: sul Giro la «furia» di Hinault

Il francese (abile anche come stratega) vincerà tre volte su tre la corsa rosa. La frazione che porta da Longarone a Cles è appannaggio di Saronni, con Miro Panizza primo in classifica
Il gruppo all’uscita da Cortina durante la Longarone Cles
Il gruppo all’uscita da Cortina durante la Longarone Cles
BELLUNO.
Reduce da due vittorie al Tour e da una alla Vuelta, nel 1980 fa il suo esordio al Giro d'Italia Bernard Hinault. Lo straordinario campione bretone è il favorito numero uno della sessantatreesima corsa rosa, che prende il via da Genova con un cronoprologo vinto da Francesco Moser, reduce dal leggendario tris alla Parigi Roubaix.  Gli italiani si mettono di grande impegno per far comprendere a Hinault che aria tiri al Giro, e Saronni infila tre vittorie in volata, una dopo l'altra. Tuttavia, nella crono individuale da Pontedera a Pisa, il francese strappa la maglia rosa a Moser, staccandolo di 1'14", con Saronni a 2'05". Non è una passeggiata, però, per Hinault, perché nella Castiglione della Pescaia-Orvieto, Visentini si infila nella fuga giusta e prende la maglia nel giorno della vittoria di tappa dell'ottimo Contini.  Visentini rimane al comando della classifica generale per una settimana, finché nella Foggia-Roccaraso, Hinault non scatena un attacco dei suoi, forzando la mano sul Macerone, sul Rionero e sul Sannitico, tanto da rifilare alla maglia rosa 6'13". Gli resiste solamente il coraggiosissimo Miro Panizza, che a 35 anni indossa il simbolo del primato.  Si arriva così sulle Dolomiti, il 3 giugno 1980, quando è in programma la Sirmione-Pecol di 239 chilometri. E' il gran giorno di Giovanni Battaglin, reduce dalla beffa nel mondiale di Valkenburg dell'anno precedente. Il vicentino di Marostica attacca sul Duran e infiamma i tifosi con un'azione strepitosa, che gli consente di arrivare al traguardo con 1'15" su Panizza e Prim, mentre Hinault chiude a 1'18".  Il giorno successivo Beppe Saronni vince la Longarone-Cles. Nonostante il Tre Croci e La Mendola, qualche sporadico attacco di Baronchelli e di Battaglin, la corsa rimane nel pieno controllo di Panizza, tanto che il popolare Miro sembra poterla gestire fino a Milano. Sul traguardo di Cles, Saronni regola in volata Hinault e la maglia rosa. Per il vincitore del Giro del '79 è la sesta vittoria di tappa in quell'edizione (alla fine ne conterà sette). Chi pensa che Hinault non sia in grado di scalzare Panizza dalla vetta della classifica, deve ricredersi il giorno successivo, quando il campione bretone non fornisce solo un esempio lampante della grandezza di atleta, ma anche della bravura di stratega. L'uomo della Renault manda in fuga il compagno Bernaudeau sullo Stelvio innevato, quindi va all'attacco. Al passaggio al Gpm il leader della corsa ha 45" sul proprio capitano, che, a sua volta, ha 1'19" su Panizza. Bernaudeau attende in discesa Hinault e i due transalpini volano lungo tutta la Valtellina, mentre Panizza si difende in modo commovente. A Sondrio vince Bernaudeau, Hinault è secondo, ma Panizza giunge con un ritardo di 4'24" e il bretone è la nuova e definitiva maglia rosa, che indossa trionfalmente fino a Milano.

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