IL GIRO A BELLUNOContador: "Il Nevegal la più bella tappa"
La partenza di Davide Malacarne in piazza dei Martiri
BELLUNO
. Sono partiti: rotta verso la Valtellina. Ieri mattina il Circo rosa ha levato le sue tende da Feltre e dal Bellunese e ha continuato il suo migrare verso Milano, dove l'aspetta domenica il gran finale contro il tempo: direzione Tirano; e poi la Bergamasca, l'Ossola, le «montagne olimpiche» torinesi...
Da Feltre sono partiti atleti & carovana per affrontare una delle tappe più lunghe di questo Giro d'Italia. Partiti «con il pianto nel cuor: a Belluno ho lasciato...» tanto affetto, calore, passione, capacità organizzativa.
Come sono state le cinque giornate rosa bellunesi? Semplicemente un'apoteosi.
Tra Belluno ed il Nevegal un bagno di folla; alla partenza da Feltre, un altro bagno di folla. Tanta festa genuina ha ammollato il cuore di questi vagabondi del pedale che difficilmente troveranno ad accoglierli tanto amore in futuro. Ed erano giornate feriali...: pensiamo solo se l'attacco crono al Nevegal fosse avvenuto di sabato e la partenza da Feltre di domenica.
La provincia di Belluno e il suo territorio escono ingigantiti da questa esperienza del Giro d'Italia che ha voluto celebrare i 150 anni dell'Unità nazionale. Semplicemente, qui, lo storico traguardo si è manifestato in maniera più contenuta ma assai meno scontata: «maglia rosa» alle istituzioni locali - quelle di Belluno e di Feltre - che hanno saputo lavorare assieme benissimo, facendo squadra con Regione Veneto, Provincia, i comuni limitrofi, Consorzio Bim, Comunità Montane, aziende: tutti gregari e tutti capitani. La conferma che, sapendo intelligentemente unire le forze e gli sforzi, c'è solo un risultato: quello saputo esportare in tutto il mondo in queste giornate indimenticabili. E per dirla come Renzo Minella - il nostro Contador - ieri alla partenza a Feltre... «con questi presupposti, per la nostra provincia non può che esserci futuro roseo», in tutti i sensi. «Minellasantosubito»? Aspettiamo ancora un attimo, perché altri progetti si devono concretizzare.
Martedì Belluno ed il Nevegal sembravano usciti dal libro delle fiabe, tanto erano ancora più belli ed affascinanti. E ci voleva proprio il Giro per dare ragione ai celti che coniarono per la città capoluogo il marchio di belo-donum, la collina splendente. Di rosa, com'è stata in questa settimana.
Così come i tricolori sono apparsi gagliardi alle finestre il 17 marzo per celebrare l'Italia unita, non c'è stato balcone, giardino, strada o piazza a Belluno o Feltre che non fosse addobbata a festa, con il rosa Gazzetta a sventolare ovunque. Dappertutto. A Castion, poi, qualcosa di travolgente, anche le feste in Pian delle Feste, in migliaia avvolti nel tepore della notte, così come sabato per le vie di Belluno e poi ancora nel cuore di Feltre, rischiarato dai fuochi d'artificio.
Belluno e i bellunesi hanno rispolverato l'orgoglio. Serviva e ne servirà ancora per il futuro: non ci si arrampica in centomila e più sui tornanti del Nevegal se non si ha fede e se non ci sono motivazioni forti. Tanto che il patron del Giro, Angelo Zomegnan, colpito da tanta folla, ebbe ad esclamare al nostro "Contador": «ma a Belluno, non lavorate mai?».
Un trionfo, anzi: un'apoteosi. E nell'anno del volontariato, centinaia di addetti che si sono presi ferie con l'orgoglio di poter rispondere «presente»! Cuore alpino, passione genuina. E pazienza se qualche cialtrone in cerca di parcheggio comodo (ma volevi andare sotto l'arrivo?) ha avuto modo anche di offendere qualche volontario impegnato nel disciplinare il traffico: tra i centomila l'imperfetto c'è sempre. E per dirla come Zomegnan: «la mamma degli imbecilli è sempre incinta».
Era commosso Paolo Bettini, olimpionico ed iridato, oggi soprattutto coach del ciclismo azzurro: «Il Nevegal ha risollevato il Giro ed ha dimostrato che il ciclismo si salva sapendo fare cose semplici e non cose estreme». Il governatore veneto, Luca Zaia: «ottima intuizione, investimento pagato». E Contador (quello vero): «la mas bella unica Vuelta de la Italia, una emozion verdadera, las montañas de Belluno en mi corazon»... (che più o meno può suonare così: «la più bella tappa del Giro, un'emozione vera, Belluno e le sue montagne nel mio cuore»).
Nevegal preso d'assalto: la "linea Maginot" del traffico verso l'Alpe spostata prima a Quantin, poi a... Col di Cugnan; l'A27 bloccata dopo mezzogiorno. Con il Padreterno grande sponsor del Giro bellunese: sole e caldo ad esaltare le bellezze di una città che si è scoperta al mondo. E così ieri Feltre, stupenda nella sua elegante arte antica: chissà come la dipingerebbe Tancredi, ringraziando per i picchi di visite alla sua Mostra, grazie proprio al traino del Giro.
Anche nei dettagli l'organizzazione ha trionfato. Un solo esempio: i volontari della Protezione Civile hanno posizionato ovunque, nei boschi e nei prati, i contenitori per i rifiuti forniti da Bellunum Srl ed impostati rigorosamente per favorire la raccolta differenziata. Mai visto nulla di simile, non solo in altre tappe del Giro: basta ciò per ricordare - e ricordarci - come Belluno, da tempo, si conferma essere prima nella classifica delle città italiane per qualità ambientale: non è un caso, ma solo cultura.
Ed allora anche ciò fa classifica, con orgoglio. Un orgoglio che ora sarebbe semplicemente folle riporre in soffitta e queste giornate di storia positiva e nobile passarle solo ai ricordi. Con i quali non si campa, nè si cresce.
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