Il talento di Francesco Sperotto dai primi salti a Sedico al podio ai campionati italiani

Nel 2020 ha ottenuto la patente di secondo grado, il massimo possibile a livello agonistico Si allena quattro volte a settimana in provincia di Pordenone

SEDICO

Ostacoli sempre più alti per Francesco Sperotto, il diciannovenne sedicense talento dell’equitazione che ha iniziato a cavalcare a sette anni e da allora... non è più smontato dalla sella. Per allenarsi quattro volte a settimana in provincia di Pordenone, negli ultimi due anni ha macinato migliaia di chilometri. Nel 2020 ha ottenuto la patente di secondo livello, il grado massimo a livello agonistico.

«Ho iniziato al circolo ippico Cordevole, a Sedico. La passione per i cavalli ce l’ho avuta fin da piccolissimo, anche perché degli amici di famiglia avevano dei cavalli. A sette anni, appunto, ho scoperto questo maneggio vicino a casa e ho montato lì fino a 17 anni. Poi, per svariati motivi, tra i quali il fatto che il mio istruttore Andrea Ferro si è trasferito lì, mi sono spostato al circolo ippico La Corte, a Cordovado. In precedenza, l’altra mia istruttrice era stata Alice De Conto».

Qual è stata la soddisfazione maggiore?

«La salita di livello di quest’estate, quando ho ottenuto il secondo grado, a livello agonistico il più alto in Italia. Nel mio caso, praticando il salto ostacoli, la categoria è determinata in base alla loro altezza».

Il miglior risultato?

«Il secondo posto ai campionati indoor nel 2019 a Udine. Ovviamente quando pratichi uno sport come questo c’è un elemento non trascurabile come quello del cavallo che monti. Ho cominciato con i pony della scuola di equitazione. Poi, di miei, ho avuto tre cavalli. Ciascuno di loro mi ha insegnato ciò che doveva insegnarmi e mi ha regalato le soddisfazioni che poteva darmi. Nel 2020 il sacrificio più doloroso è stato l’annullamento di Fiera Cavalli a Verona: ero stato selezionato dalla Regione Friuli per rappresentarla».

Quali sono i motivi che ti spingono a coltivare questa tua passione?

«Il primo è il legame che viene a crearsi tra te e il cavallo, un animale che non parla la tua lingua ma questa difficoltà comunicativa rappresenta forse proprio la parte più bella. Il secondo aspetto è l’ambiente: si crea un legame con le altre persone di questo mondo. Pur vedendosi poco spesso, si instaurano legami forti».

Quali obiettivi per il 2021?

«Salire ancora di livello. Per quanto io sia già nella categoria più alta, il range di altezze degli ostacoli può aumentare. Inoltre vorrei conseguire delle Unità didattiche che mi abiliteranno anche ad insegnare quanto ho appreso e, man mano, mi consentiranno di avere più responsabilità».

Sport e studio...

«È uno sport cui serve dedicare tanto tempo, in media quattro allenamenti a settimana. E, ogni volta, un pomeriggio intero va via. Io studio ingegneria biomedica a Padova e in questi mesi ho potuto seguire le lezioni da casa. In precedenza, avevo frequentato il liceo delle scienze applicate a Feltre». —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi