Il vincitore: «Finalmente, dopo tre anni stregati»
Uberto Bonucci ha dominato tra le “auto storiche” «Questa gara mi piace moltissimo»
BELLUNO. Vincenti e contenti. Denny Zardo, dopo aver compilato i rilievi riguardanti la sua Lola B 99/50, si mostra soddisfatto del risultato: «Sono contento per la vittoria, perché ho perso la gara per tre anni di fila, perché pioveva sempre alla partenza delle ultime trenta auto. Gli altri avevano il fondo stradale asciutto, io lo avevo bagnato e ogni volta perdevo. Per fortuna questa volta il tempo ci ha assistito. Noi siamo venuti a Belluno con l’intento di sviluppare la macchina».
Dove ha costruito la vittoria?
«Penso al mattino, durante la prima manche, quando c’era molto filler sull’asfalto e si scivolava molto; in questa situazione ho rischiato un po’ di più. Nella seconda parte del percorso ero più abbottonato, in quanto l’auto mi è scappata un paio di volte e non volevo far danni. Nella seconda manche abbiamo fatto delle modifiche, ho guidato più forte, però ho alzato il tempo».
Il pilota trevigiano conclude dicendo: «Siamo andati in crisi con le gomme posteriori e non avevo più una gran trazione in uscita dai tornanti. Continuiamo lo sviluppo della macchina, che ha risposto bene. Dedico la vittoria a Dalmazia, l’unico che crede in me e ringrazio tutto il team che continua a supportarmi e cerca di migliorare questa macchina per fare sempre bene».
Anche Uberto Bonucci, vincitore della categoria “auto storiche”, è raggiante dopo aver conquistato la prima piazza: «Le vittorie sono tutte molto belle. Avevo già vinto altre volte nella cronoscalata del Nevegal e anche quest’anno è stato fantastico. Il tempo era splendido e la macchina è andata molto bene. Come si sa, la vittoria ha molte componenti e questa volta era tutto perfetto».
Il driver toscano analizza la sua gara in base al circuito: «L’Alpe del Nevegal si divide in due parti: la parte lenta e la parte veloce. In quella lenta ho cercato di fare la differenza su un circuito che conosco bene, mentre in quella veloce le prestazioni dei piloti si equivalgono. D’altronde per correre in salita ci vuole una conoscenza della strada molto accurata. Io ho attaccato fin da subito, anche perché non si può lasciare nulla al caso. Devo sottolineare che il mio record è otto secondi più basso rispetto al tempo che ho ottenuto, però c’era dell’olio sull’asfalto e quindi sono stato un po’ più attento».
Bonucci conclude con un pensiero all’organizzatore: «Sono amico di Giobbe Mastelotto ed è diversi anni che partecipo a questa gara. Lo stimo molto e ritengo sia un bravo organizzatore che si preoccupa dei piloti e della sicurezza».
(lu.mac.)
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