«La finale persa, una mazzata terribile»
SEDICO. «La finale con l’Askl? Una mazzata terribile. Non passa giorno in cui la mia mente non torni a quella partita. Il martedì successivo ci siamo trovati per una partitella in famiglia, giocatori contro dirigenti. Era la prima volta che rimettevo piede al Pala Ricolt e continuavo ad avvertire un forte senso di smarrimento. Abbiamo disputato una grandissima stagione, ma la verità è che non siamo riusciti a coronare il nostro sogno e alla fine conta questo, purtroppo».
Mister De Francesch, le dimissioni a quanto si è capito non sono però figlie solamente dell’ultimo, amarissimo verdetto.
«No no. La decisione era già maturata nella mia testa qualche settimana prima. Per chi pratica od ha praticato sport, sa che a fare la differenza è il tipo di intensità con cui vivi il tuo ruolo. Io ci tengo molto e do tutto me stesso sempre: sarebbe così pure se disputassi il Csi più tranquillo del mondo. In più, quando alleni, il tuo impegno è a 360 gradi, perché devi preparare, aggiornarti e così via. Quest’anno lo stress è stato notevole. Non dato dall’ambiente, ci mancherebbe. Ma all’inizio parti senza sapere se hai i mezzi per salvarti, poi cominci ad intravedere nuovi obiettivi fino ad arrivare ad un passo dal campionato nazionale, in un crescendo di emozioni e tensioni. Era giusto dunque fermarmi un po’».
Quindi a settembre non la rivedremo su nessuna panchina?
«Ne avrei la possibilità, delle chiamate sono arrivate. Ma no, adesso ho proprio voglia di staccare. Poi se durante la stagione qualcuno avesse bisogno in corsa del sottoscritto, vedremo. Nel frattempo cercherò di partecipare al corso per il conseguimento del patentino».
Al suo posto arriverà Ermanno Forato.
«Innanzitutto, dopo quattro anni di Sedico, cinque considerando pure l’esperienza con il Bribano, ci sta il cambiamento. Un allenatore porta nuove idee, nuovi stimoli e per gli stessi giocatori può essere un bene. Forato lo conosco, e personalmente lo ho consigliato alla società in quanto credo abbia le caratteristiche per calarsi al meglio nella realtà biancoceleste. E ad ogni modo, non devo togliermi nessun sassolino dalla scarpa. Mi sono sempre trovato bene qui. Poi chiaro, ci stanno momenti di discussione e confronto, ma continuo a sentirmi uno del Sedico e quando sarò libero il venerdì sera, o il sabato pomeriggio, non mancherò sugli spalti».
A proposito, proviamo a dare un giudizio esterno sulla volontà del Sedico di chiedere il ripescaggio.
«Niente può sostituire la bellezza di vincere sul campo, lo sappiamo. Ma è un atto dovuto. Insomma dai, ti fanno fare il giro d’Italia con i playoff per quattro promozioni quando spesso servono almeno una decina di ripescaggi. Secondo me poteva bastare il primo triangolare affrontato. Ad ogni modo spero il prossimo anno la squadra giochi in serie B».
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