Lara Vieceli al lavoro per preparare il 2020 «Il sogno è indossare ancora l’azzurro»

La fonzasina resta alla Wnt Rotor. «Vorrei ritornare ad essere l’atleta che ero prima di tutti quegli infortuni»



. Dopo venti giorni di tranquillità, Lara Vieceli è tornata in sella per preparare la stagione 2020. Anche ieri mattina, nonostante il freddo e la pioggia, è uscita con la bici da strada, pedalando per un’oretta e mezzo. Al pomeriggio lavoro in palestra.

«Manca ancora parecchio alle prime gare, ma volevo riprendere confidenza con la strada e con la fatica. E di fatica ne ho fatta parecchia, perché tre settimane senza pedalare possono sembrare poche ma in realtà sono tante», spiega la professionista di Fonzaso che anche nel 2020 vestirà la maglia della Wnt Rotor, formazione con la quale ha corso nel 2019 dopo i due anni in Astana. Per il 2020 il sogno è tornare a vestire la maglia azzurra, quella maglia che ha vestito a più riprese da Under 23 ma che mai ha indossato da Elite. L’occasione potrebbero essere i Campionati europei a Trento dal 9 al 13 settembre.

«Sogno è la parola giusta», spiega la ventiseienne di Fonzaso. «Un sogno che è tale al momento ma che potrebbe trasformarsi in obiettivo con l’avanzare della stagione. Del resto, nel 2020 ci saranno Europei, Mondiali e Olimpiadi ed è logico pensare che la nazionale affronterà i tre impegni con tre gruppi diversi. Sono comunque consapevole che rivestire la maglia azzurra non sarà facile perché la concorrenza è numericamente e qualitativamente importante. Intanto io comincio a prepararmi».

Essere in sella con freddo e pioggia il 5 novembre è un’indicazione importante sulla tua determinazione.

«Parto carica, sull’onda delle belle sensazioni del finale di stagione».

Che 2019 è stato?

«È stata l’esperienza migliore della mia carriera. Può sembrare paradossale, visto che non sono arrivati risultati da primissime posizioni degli ordini d’arrivo e visto che la condizione è andata su e giù, ma è così. È stata l’esperienza migliore perché ho vissuto eventi di alto livello, gareggiando per 50 giorni – negli anni precedenti al massimo erano stati 40 – con una squadra di grandissima professionalità. Ed è stata una stagione che mi ha consentito di ripartire più determinata, combattiva».

Momento migliore e momento peggiore?

«Il Giro d’Italia. Ci sono arrivata con condizione scarsa, dopo la caduta alla Liegi Bastogne-Liegi e dopo la trasferta in Cina che è stata dispendiosa. Ho corso in appoggio alle mia compagne, facendo tanta tanta fatica. Non mi riconoscevo più. Al contempo, però, il Giro è stato anche il momento più bello: abbiamo vinto la classifica per club e salire sul podio tutte insieme nella tappa finale è stato emozionante».

Rimarrai alla Wnt Rotor.

«Sì. Si tratta di una squadra organizzata bene, professionale. Non sarà World Tour nella prossima stagione, ma potremo ugualmente fare le gare più importanti del calendario. Correre al’estero è stata un’esperienza arricchente, anche dal punto di vista linguistico: il mio inglese ha fatto un bel progresso. Programmi ancora non ne abbiamo stilati, lo faremo a dicembre. Oltre a me e ad Erica Magnaldi ci sarà anche un’altra atleta italiana, Maria Giulia Confalonieri».

Oltre al sogno maglia azzurro, cosa chiedi al 2020?

«Al momento non ho segnato nulla in agenda. Voglio però tornare a essere l’atleta che ero prima degli infortuni che da tre stagioni a questa parte in un modo o nell’altro mi hanno frenata. E voglio capire, finalmente, se puntare alle gare con percorsi vallonati oppure concentrarmi altrove, magari rispolverando il mio spunto veloce. Ma sto immaginando anche il mio futuro giù dalla bici: dopo la laurea in scienze motorie, due anni, ho seguito un corso per massaggiatrice. E ora sto facendo un master in nutrizione sportiva». —

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