Le bocce non sono sport per i giovani? I fratelli Carlin dimostrano il contrario
PONTE NELLE ALPI
Se di regola le bocce non sono uno sport per giovani, loro tre rappresentano l’eccezione.
I fratelli Carlin – Andrea, Mauro e Fabio – hanno iniziato a praticare questo sport quando ancora frequentavano le scuole elementari, sotto l’egida del Dolada Seribell, di cui ancora vestono la divisa.
Nel campionato di serie A2, poche settimane fa, agli ordini del ct Andrea Palman hanno conquistato la matematica qualificazione come secondi classificati ai playoff del girone Est.
Il primo ad aver iniziato è Andrea, classe 1991. Lo hanno seguito a breve giro i gemelli Mauro e Fabio, classe 1995. Tutti e tre hanno all’attivo titoli italiani, convocazioni con la maglia della Nazionale e partecipazioni di prestigio sulla scena internazionale.
Andrea, l’apripista...
«È iniziato tutto in modo curioso. Avevo otto anni – racconta Andrea Carlin – ed una passione per lanciare qualsiasi cosa avessi in mano. Mia mamma ha sempre cercato uno sport che potesse fare per me, come la pallamano o il baseball. Fino a quando un collega le ha detto che c’era un nuovo giovane allenatore, Renato Salvador, che aveva messo in piedi una squadra giovanile di bocce. E da lì è nato tutto. Il mio primo allenamento l’ho fatto a Sedico, all’allora bocciodromo. Dopo uno o due mesi ho disputato la mia prima gara e sono arrivato secondo. La seconda gara, invece, l’ho vinta. E, si sa, a tutti piace vincere, così ci ho preso gusto ed ho continuato. Qualche anno dopo, anche i miei fratelli hanno iniziato, sempre con il Dolada e con Salvador».
Qual è stata la prima emozione?
«Sicuramente la convocazione con la Nazionale in Francia, quando avevo ancora tredici o quattordici anni. Ero uno dei due giovani veneti convocati, nella categoria Ragazzi. Abbiamo gareggiato nella città dello sbarco in Normandia. I miei sono partiti in macchina assieme a Renato e al presidente e sono arrivati fino in Normandia per vedermi. Ascoltare l’inno d’Italia, in Francia, dove questo sport è molto più praticato, è stato davvero bello. Non dirò che mi veniva da piangere. Ma era comunque qualcosa di cui mi sentivo fiero».
Quale, invece, il trionfo più importante?
«A livello individuale l’apice per me è stato l’oro ai campionati italiani di Vercelli nel 2011, nella specialità Individuale, tra gli under 23».
E a livello di club?
«Sono sempre stato un giocatore del Dolada, ma per un anno ho giocato in prestito alla Graphistudio di Udine: abbiamo vinto l’allora campionato di serie B e siamo saliti in serie A, ma poi con l’università ho dovuto rinunciare a quell’impegno per scegliere uno meno serio. Già era molto impegnativo andare da Padova a Udine il giovedì per allenarsi, poi tornare a Belluno e scendere nuovamente a Udine il sabato per giocare le partite».
Quest’anno, invece?
«Quest’anno ci siamo già matematicamente qualificati come secondi ai playoff del nostro girone. Peccato perché se e quando si ricomincerà sarà inevitabilmente diverso. Quest’anno abbiamo avuto degli innesti importanti dovuti anche allo scioglimento della squadra di serie A della Bocce club Belluno. Per noi, che abbiamo sempre lottato per la salvezza, è una grande soddisfazione aver lottato per i primi due posti, e ora l’obiettivo è quello di andare a fare i playoff contro le squadre del girone piemontese. Ma la serie A è un campionato abbastanza proibitivo, anche a livello economico. Il salto è veramente notevole, e ci sono almeno sei o sette lunghe trasferte nel Nordovest. Con questa squadra secondo me potremmo sì lottare, ma per le ultime due posizioni, al momento…».
I gemelli Mauro e Fabio...
«Abbiamo iniziato seguendo le orme di Andrea. Il primo successo che abbiamo ottenuto è stato il titolo italiano a coppie under 14 a Saluzzo, quando avevamo ancora appena undici anni. Quello è stato il primo vero traguardo. Poi siamo stati convocati un paio di volte in Nazionale ed anche quella è stata un’emozione importante. Come squadre, nel 2011 con il Dolada abbiamo vinto il titolo italiano Allievi e quello resta anche l’unico titolo nazionale giovanile conquistato sinora dalla nostra società. Grande soddisfazione è stata anche la convocazione al mondiale».
Quanto ai campionati di società?
«L’anno in cui siamo saliti da quella che allora si chiamava serie C alla serie B, nella stagione 2011-2012, per noi è stato il primo passaggio di categoria. Quest’anno? Speriamo che il campionato si possa concludere, perché non eravamo mai arrivati così in alto in serie B. Siamo veramente un bel gruppo, ci aiutiamo l’un l’altro e gli innesti si sono inseriti bene fin da subito».
Mauro, che è in procinto di laurearsi (in via telematica), ha sviluppato un’app che consente agli appassionati di tutta Italia di seguire in tempo reale l’evolversi degli incontri dei campionati invernali di bocce.
«Si chiama Tuttobocce ed è un’app che avrei voluto sviluppare da un po’ di tempo. Alla fine l’ho fatta per un corso universitario, dal momento che studio informatica, e sono riuscito a renderla scaricabile sia dallo store di Android che da quello Apple. Viene utilizzata, appunto, per i campionati di bocce invernali e consente di aggiornare in tempo reale il risultato dei singoli incontri della partita cui si sta assistendo. Abbiamo raccolto un bel po’ di utenti, circa millecinquecento. È chiaro che non è facile creare un’applicazione intuitiva ma, adesso, pian piano, tutti hanno cominciato a prenderci mano». —
Nicola Pasuch
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