Lo sport, una scintilla sempre accesa
BELLUNO. Un animo saldo anche nelle difficoltà e un amore per lo sport che lo ha portato a spaziare in diverse discipline. Davide Giozet è stato ospite d’onore nella sala parrocchiale di Tisoi nell’ambito degli incontri di preparazione alla Cresima proposti dal parroco don Gemo Bianchi. L’atleta disabile ha parlato della sua esperienza di vita e di sportivo ad un’attenta platea composta da giovani e genitori.
Dopo aver brevemente illustrato la sua attività di sportivo prima dell’incidente d’auto, dovuto ad un colpo di sonno, (Giozet è stato valido calciatore nelle file del San Giorgio e dello Schiara), Davide ha parlato dei lunghi mesi di degenza ospedaliera a Vicenza, trascorsi fra la speranza di «tornare come prima» e la realtà di non poter più camminare, appresa da un colloquio con un medico. È stato quello il momento più brutto ma, come ha spiegato Giozet, «è durato poco, perché nel letto a fianco al mio c’era un ragazzo di 17 anni, vittima di un investimento, che poteva muovere solo la testa. Rispetto a lui io ero stato più fortunato». Il carattere, la forza di volontà, la famiglia e gli amici sono stati fondamentali per permettere a Davide Giozet di iniziare la sua «nuova vita» con coraggio e determinazione. «Quando sono finalmente ritornato a casa dopo otto mesi» ha raccontato, «ho voluto impegnarmi per conseguire la patente di guida, la B speciale». In quel periodo Davide ha ricevuto la visita di Germano Bernardi, pluricampione italiano disabili nel settore lanci, che lo invita agli allenamenti.
Da lì si è accesa la scintilla per dedicarsi ancora allo sport. «Ci ho messo sei mesi, anche perché volevo essere autonomo per arrivare a Mel, ma non sono mancate le soddisfazioni. Quando nella mia categoria ci siamo trovati solo in due ho voluto provare una disciplina dove la competizione fosse più stimolante». È la volta del ciclismo, o per meglio dire dell’handbike, inizialmente affrontato senza troppe pretese, in compagnia della ragazza, poi trasformatosi in un’attività che lo porta a viaggiare molto. «Nella prima gara cui ho partecipato ci siamo trovati in 170 concorrenti. È stato bello». E le soddisfazioni non sono mancate: Davide Giozet ha vinto tre Giri d’Italia consecutivi poi, quando si è dedicato al Campionato europeo ha conquistato un secondo posto ed un titolo della specialità. «Sono state belle soddisfazioni, però mi mancava» spiega, «la competizione a livello di squadra. L’opportunità è venuta dalla Federazione che mi ha convocato per un raduno della costituenda Nazionale di wheelchair rugby, la variante in carrozzina del rugby».
Davide si è trovato così bene nello spogliatoio azzurro che dell’Italia è diventato capitano, l’atleta di riferimento, il trascinatore. «In due partecipazioni agli Europei» confida Giozet, «ci siamo classificati undicesimi su dodici partecipanti all’esordio e ottavi su otto alla seconda partecipazione. Ci vuole tempo per arrivare al livello dei migliori, ma anche l’Italia del rugby ci ha impiegato un po’ per entrare nel 6 Nazioni». Giozet, che è segretario dell’Assi, ha parlato con orgoglio anche dell’attività dell’associazione presieduta da Oscar De Pellegrin. «L’attività dell’Assi è volta a realizzare le condizioni migliori per avvicinare il disabile all’autonomia motivandolo ad una vita sociale attiva, anche attraverso lo svolgimento di attività compatibili come lo sport o il teatro. Quando siamo partiti, nel 2009, eravamo 11 soci, oggi siamo 170».
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