Magìe e maratone, ecco il Mago Bronze. «Amo correre e far sorridere i bambini»

A 51 anni il castionese Roberto Tornabene ha vinto il titolo veneto degli M50 correndo i 42,195 a Verona sotto le tre ore. Ma come hobby fa il mago per i bambini
Ilario Tancon
Roberto Tornabene, in arte il "Mago bronze"
Roberto Tornabene, in arte il "Mago bronze"

La magia della maratona ha stregato di nuovo Roberto Tornabene e il Mago Bronze è tornato. Alla grande.

Certo, le 2h32’15” del 2010 alla maratona di Treviso sono lontane, ma correre i 42,195 chilometri in 2h56’, a 51 anni compiuti, è un bell’andare davvero.

È il tempo con cui Tornabene, classe 1970, di Castion, professione rappresentante di commercio, mago e prestigiatore per passione, domenica ha portato a termine la Veronamarathon, una prestazione che gli è valsa la 48ª posizione assoluta e il titolo di campione veneto Fidal della categoria master 50.

Roberto Tornabene con le figlia all'Arena di Verona
Roberto Tornabene con le figlia all'Arena di Verona

«A oltre cinquant’anni, è una bella soddisfazione. Era un po’ che avevo smesso di fare gare. Negli ultimi due anni avevo smesso di fare gare, avevo mollato di testa, continuavo a correre, ma solo per stare bene. Un paio di mesi fa, però, mi sono detto: rischio di impigrirmi, devo darmi un obiettivo agonistico, come avrebbe potuto essere la maratona di Verona e mi sono messo a lavorare: quattro allenamenti a settimana, due di qualità, per una settantina di chilometri complessivi, seguendo le tabelle preparate da Giulio Pavei. E a Verona è venuto fuori un bel risultato, anche se lontano dai tempi di… un tempo».

Già, nel 2010 corresti a Treviso in2h32’15” e a Venezia in 2h35’.

«Il 2h32’15” della Treviso marathon è il mio personale, un tempo che ora mi consentirebbe di arrivare ben più avanti nelle classifiche. Ma avevo qualche anno in meno».

Quante maratone hai corso?

«Una decina. A Treviso, nel 2012, ottenni anche il settimo posto assoluto, terzo italiano. Fu una grande soddisfazione. Ho gareggiato anche ad Amsterdam e Berlino, scenari di grande suggestione, soprattutto per la cornice di pubblico che ti incita».

Una passione per la corsa, la tua, sbocciata tardi.

«A scuola gli insegnanti di educazione fisica mi dicevano che ero portato per la corsa ma io preferisco il calcio, anche se ero scarso con il pallone. Poi, a 32 anni, ho cominciato a correre. Il “click” è avvenuto al termine della Giro del Castionese, la classica del 1° maggio. Volli correrlo, dopo aver dato una mano per tanti anni ad organizzarlo. Lo corsi, senza preparazione, e non feci male. Antonia Filippin non credeva che avessi fatto bene senza allenamento e la chiacchierata con lei mi fece scattare dentro qualcosa: “Se sono andato bene senza prepararmi – mi dissi – cosa posso fare se mi preparo come si deve?” Così ho cominciato e mi sono tolto belle soddisfazioni: le gare del Grand prix Strade d’Italia, le mezze (il personale è 1h11’28”, realizzato a Palmanova, ndr), le maratone. Un grande grazie, lo devo a Denis Reolon: per una decina di anni ci siamo allenati insieme e abbiamo ottenuto bei risultati».

Devi dire grazie anche al tuo motore.

«Indubbiamente sì, un dono di natura. Ma gli amici che mi hanno dato una mano sono stati la mia fortuna. E poi mia moglie Ketty, che è la mia “mental coach”: io di mio sarei pigro, lei invece mi ha sempre stimolato a credere nei miei mezzi, sia per quanto riguarda la corsa – e in maratona l’aspetto psicologico fa la differenza quando arrivi al trentesimo chilometri e le gambe cominciano a fare male – sia per quanto riguarda la magia».

Già, tu sei anche il Mago Bronze.

«Ho iniziato a fare piccoli spettacoli in occasione dei compleanni delle mie figlie, Alessia e Sara. Da lì la cosa è andata avanti, ho fatto dei corsi e ora continuo a fare il mago, nelle occasioni più varie. Mi piace, con i miei spettacoli, poter dare una mano a qualche associazione o ente che aiuta gli altri. Mi piace soprattutto fare magia per i bambini. La cosa che mi riempie di gioia è vedere il sorriso di un bambino, ma anche di un adulto, durante un numero».

Come è nato il nome Bronze?

«Da piccolo mi scottai lanciando in aria delle braci incandescenti e gli amici cominciarono a chiamarmi, appunto, Bronze».

Cosa serve per correre bene una maratona?

«Preparazione metodica, fatta con un programma ben preciso. Testa. Alimentazione sana».

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