Malacarne dà battaglia a Pinerolo

Ciclismo. Il lamonese va in fuga, poi cede. «Dopo la corsa rosa, farò Giro della Svizzera e Vuelta senza Nibali e Aru»

PINEROLO. Malacarne azzurro brillante. C'era anche il professionista feltrino, ieri, nella fuga che ha caratterizzato la quartultima tappa del Giro d'Italia, la Muggiò - Pinerolo, 240 chilometri che nel finale il doppio strappo di via Principi d'Acaja e il la salita Pramartino.

La fuga è partita dopo pochissimi chilometri e Malacarne è stato abile a entrarvi. Ha ceduto nel finale quando si è scatenata la bagarre che si è conclusa con il successo di Matteo Trentin su Moreno Moser e Gianluca Brambilla. Davide ha comunque chiuso al decimo posto, suo miglior risultato in questo Giro e secondo miglior piazzamento dopo il secondo posto di due anni fa a Sestola.

Il cambio (mancante) di ritmo. «La giornata si archivia con un voto complessivamente positivo, anche se un po' di rammarico c'è», spiega Malacarne. «Dopo aver patito una giornata negativa ad Andalo, anche a causa del giorno di riposo che da sempre soffro, stavo bene. Sono entrato nella fuga. Poi, all'inizio del primo strappo mi sono andati via: è un po' di giorni che soffro i cambi di ritmo, perché la stanchezza di essere sempre in prima linea per proteggere Nibali si fa sentire. In ogni caso, in cima allo strappo avevo una trentina di secondi dal gruppetto di Trentin. Ero da solo e non sono riuscito a rientrare. Se fossimo stati in due o tre chissà... forse potevo giocarmela. Ma con i se e i ma non si vince».

 

Il (possibile) ribaltone. Il Giro proporrà ora due frazioni di alta montagna: oggi la Pinerolo-Risoul (con il Colle dell'Agnello) e domani la Guillestre-Sant'Anna di Vinadio (con Vars, Bonnette, Lombarda). «Sono due tappe durissime, nelle quali serviranno gambe e testa. Il ritardo che Nibali ha dalla maglia rosa Steven Kruijswijk è notevole (4'43") ma Vincenzo è un campione che sa osare e inventare. La fantasia e l'intelligenza saranno fondamentali perché contro un Kruijswijk così forte le gambe non bastano. Noi ci crediamo: siamo qui per giocarci il Giro e lotteremo fino in fondo».

Svizzera e Vuelta. Queste settimane di Giro d'Italia sono servite anche per pianificare il resto della stagione. «Dopo la corsa rosa, farò il Giro di Svizzera, dall'11 al 19 giugno» spiega Malacarne. «Poi staccherò per preparare la Vuelta, dal 20 agosto all'11 settembre». Non dovrebbero esserci né Aru né Nibali. «Ci sarà il giovane colombiano Miguel Ángel López Moreno, classe 1994. Lo proveremo sulle tre settimane».

Anche nel 2017 all'Astana? Tradizionalmente il periodo del Giro d'Italia è dedicato al ciclomercato. Quale il futuro di Malacarne, in scadenza di contratto? «All'Astana sto bene e sento fiducia attorno a me. Mi piacerebbe rimanere con il gruppo di Vinoukorov e Shefer. Vedremo nelle prossime settimane».

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