Malacarne, la “sentinella” di Fabio Aru al Giro d'Italia
FELTRE. L’uomo della salita fa rotta verso Sanremo. Parte questo pomeriggio per la riviera ligure Davide Malacarne. Il professionista feltrino da sabato sarà al via del Giro d’Italia, un Giro che la sua squadra, l’Astana, correrà con un unico obiettivo: salire sul gradino più alto del podio con Fabio Aru. La corazzata kazaka ha lavorato fin dall’autunno per questo e attorno allo scalatore sardo ha costruito un blocco dedicato. Al suo interno, Malacarne avrà il ruolo di proteggere il campione di Villacidro soprattutto nelle tappe dall’altimetria più impegnativa.
Sarai l’uomo della montagna.
«Sì, il mio compito è quello di scortare Fabio in particolare in salita».
Come sta il tuo capitano?
«Ha saltato il Giro del Trentino per problemi intestinali che comunque sono passati. Ha effettuato un periodo di preparazione al Sestriere. L’ho sentito e sta bene. Credo che abbia recuperato al meglio e che sarà al via del Giro al top o quasi».
E la tua condizione com’è?
«Nei giorni scorsi ho dovuto fermarmi a causa di febbre e sinusite. Sono stato fermo cinque giorni, ho perso un po’ di brillantezza e messo su un chilo. Ma in queste ultime quatto giornate ha cercato di recuperare, allenandomi intensamente ma senza forzare. Oggi (ieri ndr) ad esempio ho pedalato complessivamente per sei ore: prima salendo a Pianezze, sul San Boldo e sul Croce d’Aune, poi facendo due ore con la bici da crono. Sto bene. E arrivo a questo Giro con meno giorni di gara rispetto al passato: appena 24. Per quanto riguarda il peso (65,5 anziché preventivati 64,5 ndr) non rappresenta un grosso problema: dopo le prime tappe sarò a posto».
L’obiettivo dichiarato è vincere.
«Sì, inutile nascondersi. Lo scorso anno Aru è salito sul terzo gradino del podio, alle spalle di Quintana e Uran. Quest’anno vogliamo vincere. Siamo attrezzati per farlo: l’Astana è una squadra compatta e forte, come ha dimostrato al Giro del Trentino».
Quali gli avversari principali di Aru?
«Contador, Porte e Uran. Ma attenzione anche a Pozzovivo».
Nutri qualche ambizione personale?
«No, siamo tutti votati alla causa di Fabio. Se poi si presenteranno delle opportunità, cercherò di sfruttarle. Ma certo non le cercherò».
Quali saranno le tappe nelle quali prestare maggiore attenzione?
«Direi tutte. Paradossalmente, ma non troppo, potrebbero fare più male le tappe cosiddette intermedie rispetto ai tapponi di alta montagna. Finali come quello di Vicenza (Imola-Monteberico, 190 chilometri, il 21 maggio ndr), con strappi in successione e strade strette, a volte possono creare distacchi maggiori di una lunga salita. Ma siamo una squadra preparata, coesa, forte».
Il programma. Il Giro d’Italia prenderà il via sabato con una cronosquadre di 17,6 km da San Lorenzo al mare a Sanremo. Si concluderà domenica 31 maggio con la Milano-Torino 178 chilometri. Le tappe saranno complessivamente 21: una cronosquadre, una cronometro individuale (da Treviso a Valdobbiadene, sabato 23), sette dedicate ai velocisti, cinque di media montagna, tre di media montagna con arrivo in salita, quattro di alta montagna con arrivo in salita. I chilometri totali saranno 3.486, con una media per frazione di 166,1.
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