Malagò: «Nel 2021 Cortina avrà i suoi Mondiali»

Intervista al presidente del Coni: «L’obiettivo è assolutamente la ricandidatura. Anche perché sarebbe quasi a costo zero, visto che ormai il format è pronto e la capacità di presentare il dossier è stata riconosciuta. Secondo me c'è un ampio, ampissimo credito che Cortina vanta dopo i recenti fatti».

Le Fiamme Gialle che celebrano le medaglie dei Giochi invernali 2014 di Sochi (ben sei su otto complessive del carniere azzurro), ma anche Cortina e la sua forte voglia di riprovarci per ospitare i Mondiali di sci alpino del 2021. Soprattutto, però, il calcio italiano investito dall’ennesima bufera, partendo dalle frasi infelici di Lotito su Carpi e Frosinone per arrivare alla crisi nera del Parma, avviato verso il fallimento pilotato e a rischio di non giocare più, il che significherebbe minare la regolarità della serie A. Giovanni Malagò, presidente del Coni, torna in Veneto, proprio in quella Montegrotto che aveva battezzato più di un anno fa gli Innerhofer, le sorelle Fanchini, Arianna Fontana e compagne dello short track e Pittin e soci dello sci nordico al via della stagione agonistica per difendere i colori del gruppo sportivo della Guardia di Finanza, pochi mesi prima delle Olimpiadi russe. «Avevo fatto una promessa e le promesse si mantengono», spiega, reduce da unweek end trascorso proprio nella “perla delle Dolomiti”.

«Si andrà a dama». E Cortina sta diventando un chiodo fisso per il capo dello sport italiano, che il 19 febbraio ha celebrato i due anni dalla sua elezione: «Ho avuto modo di confrontarmi sulla questione con persone competenti, fra cui il presidente della Fisi Flavio Roda», racconta Malagò. «L’obiettivo è assolutamente la ricandidatura. Anche perché sarebbe quasi a costo zero, visto che ormai il format è pronto e la capacità di presentare il dossier è stata riconosciuta. Secondo me c'è un ampio, ampissimo (e lo ripete due volte, ndr) credito che Cortina vanta dopo i recenti fatti. Sarebbe fondamentale se ci fosse la possibilità di candidarsi da soli proprio in virtù delle ferite subìte in passato (riferimento evidente alla bocciatura per un solo voto, 9 contro 8, a favore di Are, in Norvegia, nella corsa ad ospitare l’edizione iridata 2019)». Alla fine, dice di più: «Mi stupirei moltissimo a questo punto se non si riuscisse ad andare a dama. Credo proprio che Cortina avrà i Mondiali».

E difende Carolina. Già che ci siamo, il presidente del Coni una parolina la spende anche per la Kostner, che ha presentato appello al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna contro la sentenza di squalifica ad un anno e quattro mesi da parte del Tribunale nazionale antidoping. «Io l'ho sempre difesa a livello umano, personale e affettivo. Commetterei uno dei più gravi errori della mia vita se rispondessi che cosa mi auguro per lei, non voglio condizionare i giudici della giurisdizione sportiva. Dico, però, che queste persone hanno un compito di verifica e applicazione di norme e regolamenti, spesso internazionali. Il tema è piuttosto quello delle norme scritte sulle quali poi si elaborano le sentenze. E chi vuol capire capisca...».

Ah, questo calcio... Al Foro Italico di Roma, dove lavora negli uffici del Comitato olimpico nazionale, Malagò ha da tempo rizzato le antenne per quanto sta accadendo nel mondo, non più dorato, del pallone, e in casa Parma in particolare. Il suo commento è molto duro: «Il calcio ha dalla sua una forza di popolarità enorme, eppure sta perdendo progressivamente credibilità per tutta una serie di situazioni che hanno caratterizzato gli ultimi tempi. È come se uno si ritrovasse una grandissima dote ma vivesse di rendita, e un po’ alla volta si mangiasse ciò che ha. Se non si rendono conto (allusione esplicita a Federcalcio e Leghe, ndr) che arriva un momento in cui pure questa dote finisce, prima o poi ci saranno periodi amari per tutti. Il Parma? È una situazione che lascia basiti ogni giorno di più. Stanno cercando di metterci una pezza, e poi? Speriamo che non si registrino altre situazioni simili in futuro. Certo è che la brutta figura a livello internazionale resta». Ed ecco la promessa-avvertimento: «Sapete benissimo quali sono i miei poteri, non sono legislativi, e dunque non ho sicuramente la responsabilità di verificare quale sia l’andamento dei conti di una società dei calcio, ma l'ho detto a più riprese e lo ribadisco anche adesso: vigilerò dalla mattina alla sera, anche se non posso andare in fuorigioco. State certi, comunque, che sconti non ne farò».

Tre dati positivi. Alla fine il sorriso torna ad illuminargli il volto, giustificato da tre dati che ci tiene a rendere pubblici davanti ad atleti e addetti ai lavori, e che sono indicativi di un innegabile successo della sua gestione: «Dal 1º gennaio 2013 a fine 2014 nel nostro Paese abbiamo rilevato un + 1.4% di incremento nell’attività sportiva (Bolzano e Trento in testa a questa particolare classifica), un + 4.6% di riduzione dell’obesità (per chi è obeso di suo e per chi è sovrappeso) e un + 7,1% di diminuzione della sedentarietà. Un pizzico di merito lo rivendico, perché, da quando ha assunto questa carica, sono andato in giro a... massacrare la gente sul fatto di fare attività sportiva. Pensate che tutto ciò vale 200 milioni di euro sul nostro Pil».

Applausi convinti.

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