Mara e Mia sognano Pechino 2022. «Dobbiamo crederci»

Le bellunesi Da Rech e Campo Bagatin sono a Torre Pellice per il torneo preolimpico. «Movimento in crescita, anche pensando all’appuntamento del 2026»

Gianluca da Poian
Mia Campo Bagatin e Mara Da Rech (Foto Fisg Diego Barbieri)
Mia Campo Bagatin e Mara Da Rech (Foto Fisg Diego Barbieri)

Ci credono. Eccome se ci credono le ragazze dell’Italia di hockey femminile.

Anche se la strada verso i Giochi di Pechino è complicata e soprattutto stretta, anzi strettissima. Due turni di qualificazione da superare, avanza solo la prima classificata. Il margine d’errore è insomma prossimo allo zero.

Da stasera si comincia, con il torneo di prequalificazione olimpica. L’appuntamento è in casa al “Cotta Morandini” di Torre Pellice e con il ritorno del pubblico sugli spalti, può essere un punto di forza da non sottovalutare.

Si comincia stasera alle ore 20.15 contro la Spagna. Poi venerdì di riposo, mentre sabato e domenica allo stesso orario le avversarie saranno Taipei e Kazakistan.

Mia Campo Bagatin e Mara Da Rech
Mia Campo Bagatin e Mara Da Rech

L’occhio degli appassionati bellunesi sarà ovviamente rivolto verso le due nostre giocatrici, ovvero Mara Da Rech e Mia Campo Bagatin. Assieme alle compagne di nazionale, proveranno a regalarsi e a regalare a tutto il movimento hockeistico italiano una gran bella soddisfazione.

L’OPINIONE DI MARA

Campionessa d’Italia in carica con le Eagles Alto Adige, la Da Rech punta sulla forza del gruppo, ma anche sulle qualità del team guidato da coach Max Fedrizzi.

«A questo torneo arriviamo molto cariche e consapevoli delle nostre potenzialità», evidenzia l’ex giocatrice dell’Alleghe. «Non nego manchi un po’ di pressione, dovuta soprattutto al fatto di giocare in casa. Sta a noi però farlo diventare un fattore a nostro vantaggio. Siamo un gruppo molto giovane ed unito e secondo me tale aspetto è una parte molto fondamentale in questa prequalificazione: ci può aiutare tantissimo a superare le difficoltà e a vincere gli incontri. Ci siamo preparate bene fisicamente e tatticamente, dunque non vediamo l’ora di giocare».

Le Olimpiadi rappresentano il massimo traguardo a cui ambisce ogni sportivo. In attesa dell’appuntamento del 2026 di Milano - Cortina, in cui le azzurre ci saranno di diritto, Pechino potrebbe rappresentare un’occasione di crescita unica.

«Andare in Cina è un sogno, ma prima di tutto lo riteniamo un obiettivo», puntualizza Da Rech. «Nulla è impossibile e puntiamo a quello».

Adesso bisogna superare il primo step.

«Non sottovalutiamo nessuna delle tre avversarie. Quella da temere maggiormente è senza dubbio il Kazakistan, avendo giocatrici dotate di fisicità. Ad ogni modo con la nostra velocità e tenacia daremo sicuramene del filo da torcere».

L’OPINIONE DI MIA

Ci crede anche Mia Campo Bagatin, tesserata con le Ice Bears Dobbiaco.

«Giocare in Italia è una fortuna. Certo, il roster è parecchio giovane e molte ragazze disputano per la prima volta una manifestazione di tale livello. Un po’ di tensione ci sarà, ad ogni modo stiamo lavorando assieme da parecchio tempo».

Campo Bagatin parla poi del movimento femminile italiano, il quale senza dubbio avrebbe grande bisogno della visibilità olimpica per crescere nel numero di tesserate e squadre.

«Una leggera crescita c’è, e si vede che dei cambiamenti sono in atto. Sempre più ragazze e bambine si avvicinano a questo sport e si sta innalzando la qualità tecnica. Anche il numero di squadre partecipanti al massimo campionato nazionale sta aumentando, con sette compagini totali (Dobbiaco, Eagles Alto Adige, Girls Project, Lakers Egna, Piemont Rebelles, Plebiscito Padova Waves e Valdifiemme). Tutti cercano di fare il meglio possibile in vista delle Olimpiadi del 2026, in uno sguardo sempre proiettato al futuro. Certo, il gap con altre nazioni resta, ad ogni modo la voglia di migliorare e puntare in alto non manca».

Ecco perché partecipare all’Olimpiade di febbraio darebbe una grande mano. Provarci si può, crederci idem. Da stasera si comincia.

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