Mattia Gaspari tornato a Cortina. «Esperienza magica ma speravo nella top ten»
L’azzurro riposerà qualche giorno, poi andrà a Sankt Moritz.
«Proveremo la pista che ospiterà i campionati del mondo del 2023»
CORTINA. È tornato a Cortina Mattia Gaspari. Tempo di riposare qualche giorno ed è già ora di preparare nuove valige, destinazione Svizzera. Per una sessione di allenamento sul budello che nel 2023 ospiterà i Campionati del mondo. E poi per i Campionati italiani.
Con i Giochi olimpici si è chiusa la parte importante stagione agonistica, ma non il tempo del lavoro per l’ampezzano delle Fiamme Azzurre che a Pechino ha vissuto la sua prima esperienza ai Giochi dopo che quattro anni dovette guardare le gare di Pyeong Chang dal divano di casa a causa del grave infortunio al tendine d’Achille che gli ha fatto perdere, oltre che le Olimpiadi coreane, un paio di stagioni.
Mattia, partiamo da qui, dalla tua prima Olimpiade. Che bilancio tracci?
«In generale, è stata un’esperienza magica e ne sono felicissimo. Molto bella l’atmosfera del villaggio, a contatto con atleti di sport diversi. Le restrizioni, cui siamo abituati ormai da due anni, non hanno pesato più di tanto».
Dal punto di vista agonistico?
«II primo obiettivo era riuscire a qualificarmi e l’ho centrato. Mi sono piazzato al 14° posto e non nascondo che qualcosa di più mi aspettavo. Del resto, mi aspetto sempre qualcosa di più. Sarebbe stato bello riuscire a centrare la top ten e questo se vogliamo è un piccolo rammarico».
Che cosa ha funzionato e che cosa no?
«Nella prima run ho ho sbagliato un po’ troppo nella parte alta mentre nel secondo giro sono andato molto bene fino alla curva 13 dove ho fatto un errore di valutazione: non mi era mai capitato di andare così forte lì, ho sbagliato la guida in uscita, l’ho fatta leggermente in anticipo e, ovviamente, andando a quasi 130 chilometri, se ti scomponi diventa difficile rimettersi in carreggiata. Ho chiuso quindicesimo e nelle ultime due discese sono riuscito a recuperare una posizione. Ci sono diverse cose comunque sulle quali lavorare per lavorare per il futuro».
Ad esempio i materiali?
«Indubbiamente questo è un ambito nel quale dovremo concentrarci. Se penso che il tedesco Christopher Grotheer ha vinto con una spinta di 4– 5 centesimi più della mia, e lui è campione olimpico mentre io sono finito a 4” da lui, sicuramente devo rifletterci. Del resto, i tedeschi hanno tre piste sulle quali allenarsi e questo fa la differenza».
A proposito della fase di spinta, quali le riflessioni da fare?
«Ci abbiamo lavorato tanto e ho fatto delle belle spinte. Ai Giochi, sul budello di Yanqin sono migliorato rispetto a quelle fatte nella sessione di lavoro autunnale e ho pure avuto una conduzione ottima della tavoletta».
Il tendine ti “frena” ancora?
«Sono consapevole che non posso fare tutto e che non potrò mai tornare a fare tutto. Detto questo, ho imparato a gestirlo, a tenerlo sotto controllo, perché non posso permettermi di fare danni. Miglioramenti ce ne sono stati: fino allo scorso anno, dopo la prima discesa mi venivano i crampi mentre quest’anno è capitato solamente una volta».
Come proseguirà la stagione?
«Dal 22 al 28 febbraio saremo a Sankt Moritz, per allenarci sulla pista che nella prossima stagione ospiterà i Mondiali. L’1e 2 marzo, a Innsbruck, chiuderemo con i campionati italiani».
Nel 2026 ci saranno le Olimpiadi in casa.
«I Giochi in casa sono, naturalmente, un grandissimo stimolo. C’è da lavorare tanto».
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