Miari Fulcis al Team Veneto per andare sempre più veloce
BELLUNO
Non ha ancora diciotto anni ma ha già vinto una mezza dozzina di medaglie agli ultimi tricolori di nuoto invernali ed estivi. Alessandra Miari Fulcis, bellunese ancora legatissima alle sue radici («nessuno potrà mai portarmi via Belluno, che è e resta casa mia», dice), da un anno ha lasciato casa per inseguire il suo sogno, fare nuoto ai massimi livelli. Un’estate fa è approdata al Team Veneto, a Bassano, e da lì la sua crescita è stata vertiginosa. Fino agli ultimi campionati tricolori Cadetti a Roma, dove ha fatto il pieno di medaglie: tre bronzi e un argento.
Alessandra, cosa è successo negli ultimi dodici mesi della tua vita?
«Dall’anno scorso mi alleno a Bassano con il Team Veneto che è senza dubbio una delle prime società in Italia, se non la prima, a livello giovanile. Lo confermano i numerosi ottimi risultati ottenuti da molte mie compagne di squadra. La scelta di lasciare Belluno è stata dettata non certamente dal fatto che non mi trovassi bene, anzi. Ho creduto, però, che ci volesse un salto di qualità. Sono stata contattata dal Team Veneto e, a quel punto, non ci ho pensato due volte».
Chi ti segue a Bassano?
«A Bassano sono seguita dall’allenatore Davide Bizzotto. Al Team Veneto siamo divisi tra velocisti e fondisti. Io mi alleno con la squadra dei velocisti e mi trovo davvero bene con l’allenatore. Va detto, inoltre, che alle spalle c’è una struttura che supporta gli atleti e contribuisce ad allenarsi al meglio ed ottenere risultati importanti. Non sono soltanto io, infatti, ad aver ottenuto podi a livello nazionale».
Qual è la tua giornata tipo, durante la stagione agonistica, da quando sei approdata al Team Veneto?
«Durante la settimana mi alleno tutti i pomeriggi, dalle 14 alle 17. Due volte a settimana, inoltre, mi alzo presto, sveglia alle cinque meno cinque, e mi alleno prima di andare a scuola. L’allenatore passa a prenderci, ci porta in piscina per l’allenamento e, finito questo, ci porta al liceo. Finita scuola, torna a prenderci e andiamo a fare l’allenamento pomeridiano».
Un sacrificio non da poco, per una ragazza di diciassette anni…
«All’inizio è stato un grande sacrificio perché sono stata lontano dalla famiglia, da casa mia e dai miei amici e questo non è stato facile. Alla distanza, però, non ho trovato così pesante questa scelta. Fondamentalmente per un motivo: perché ho deciso io di farlo».
Gli ultimi tricolori ti hanno regalato grandi emozioni. Come hai vissuto queste prime esperienze tra i campioni del nuoto di domani?
«Lo scorso marzo ero andata a podio sempre ai tricolori giovanili, ma invernali, nei 50 stile e nella staffetta. Quest’estate, però, sono riuscita ad ottenere più medaglie. Ho preso la medaglia di bronzo nello stile: sono molto felice, ma volevo fare qualcosa di meglio. Per qualche centesimo non sono riuscita a fare il mio miglior tempo ma è stato comunque un ottimo risultato, considerando che nella categoria Cadetti gareggio anche con atleti che sono più grandi di me di un anno. Sono molto contenta anche del mio risultato nei 50 delfino, in cui sono arrivata terza ed ho migliorato dimezzo secondo. Anche qui, però, resta un filo di rammarico, perché sono arrivata ad appena un centesimo dal secondo posto e, per questo, mi sono un po’ mangiata le mani».
Quando hai capito che puntare (anche) sul nuoto poteva essere la tua strada?
«L’anno scorso, quando ero ancora tesserata a Belluno, ho ottenuto per la prima volta una medaglia ai tricolori giovanili, andando a podio nei 50 stile. È stato lì, credo, che ho capito che valeva la pena di puntare su questa mia grande passione, il nuoto».
In mezzo a tutte queste emozioni, c’è stata anche qualche delusione?
«Vere e proprie delusioni, dal nuoto, non ne ho mai avute, fortunatamente. Le gare possono andare bene o andare male, ma questo dipende fondamentalmente da come ci siamo allenati».
Sei nata e cresciuta a Belluno, città di montagna. Qual è il rapporto con il mondo del nuoto?
«Belluno è la città in cui sono nata e sono cresciuta, sia dal punto di vista umano che sportivo. Il mio cuore rimarrà sempre lì perché Belluno è casa mia. Ciò che ho visto uscendo da qui e andando, ad esempio, a Bassano, è che esistono società un po’ più strutturate, ed è così che mi piacerebbe diventasse anche Belluno. Ci sono un sacco di bambini, tra cui mio fratello, che hanno moltissima voglia, e spero che la realtà del nuoto si rinforzi ulteriormente. Mi auguro davvero che anche a Belluno il nuoto possa crescere».
Il tuo futuro sarà a Bassano. Con quali obiettivi?
«Adesso devo imparare ad allenarmi sempre bene. Quest’anno io e il mio allenatore al termine delle gare abbiamo fatto il punto ed abbiamo analizzato l’anno. Ci siamo detti che ho capito come ci si allena veramente. Adesso, però, è il momento di riuscire a farlo sempre. Non che finora non mi sia impegnata al massimo, ma, anche se può sembrare una banalità, non è facile riuscire a dare sempre il 100% in allenamento. Anzi, è davvero difficile. Ma è quello che voglio fare quest’anno: imparare a dare il meglio di me». —
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