Molin Pradel lascia la Nazionale. «È ora di pensare alla famiglia»

Lo skiman di Wierer e Vittozzi lascia dopo due Olimpiadi. «Ho avuto grandi soddisfazioni, aiuterò lo Sci club Valzoldana»
Ilario Tancon
Luca Molin Pradel con Dorothea Wierer
Luca Molin Pradel con Dorothea Wierer

VAL DI ZOLDO. dopo due Olimpiadi, un bel po’ di mondiali e Coppe del mondo, Luca Molin Pradel ritorna alle origini.
Dalla prossima stagione non preparerà più gli sci di Dorothea Wierer & C. bensì quelli dei ragazzi dello Sci club Valzoldana, la società che lo ha visto nascere agonisticamente e che lo ha fatto crescere nello sci di fondo fino ad approdare alle Fiamme Oro.
Luca Molin Pradel, classe 1981, zoldano di Goima, è stato un atleta di buon livello e, una volta smesso con l’agonismo, è diventato skiman della nazionale italiana di biahlon. Togliendosi un bel po’di soddisfazioni con atleti del calibro di Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Dominik Windisch, Lukas Hofer e Karin Oberhofer. Il suo ultimo grande impegno sono state le Olimpiadi di Pechino. Qualche giorno fa l’ufficializzazione di una decisione, quella di fermarsi, maturata da tempo. Un ritiro, quello di Molin Pradel, che si aggiunge a quelli di Dominik Windisch e del tecnico Andreas Zingerle.
Luca, perché questa scelta?
«Dopo tanti inverni passati in giro per il mondo, è arrivato il momento di fermarmi e dedicarmi di più a mia moglie a i miei due bambini, Riccardo e Filippo (9 e 6 anni, ndr). Tra il lavoro in questura a Venezia e i mesi invernali impegnato con il biathlon, a casa negli ultimi anni ci sono stato davvero poco. Adesso, al termine del quadriennio olimpico, è arrivato il momento giusto per fermarmi e seguire più da vicino la famiglia. Lascio un bel gruppo, un ambiente nel quale si stava bene e che ha raccolto tantissimo in termini di risultati. Lascio senza alcun rammarico e alcun rimpianto: continuare avrebbe voluto dire assumersi un impegno per l’itero quadriennio olimpico ma sarebbe stato troppo impegnativo in termini di tempo sottratto alla famiglia».
Rimarrai nel mondo dello sci?
«Sì. Darò una mano allo Sci club Valzoldana».
Quando è cominciata la tua avventura nel biathlon?
«Sono entrato in squadra nella stagione 2014-2015, dopo le Olimpiadi di Sochi. Ho fatto due quadrienni olimpici, un periodo bello intenso».
Le soddisfazioni non sono mancate. Quali le più belle?
«Sono state davvero tante, tantissime. Ricordo con grande emozione, in particolare, le prime due medaglie, quelle arrivate ai Mondiali di Kontiolahti – Finlandia nel 2015: il bronzo nella mass start di Karin Oberhofer e il bronzo in staffetta con Karin, Vittozzi, Nicole Gontier e Wierer. Dal punto di vista tecnico, l’apice dei risultati li abbiamo ottenuti con le vittorie della Coppa del mondo generale da parte della Wierer nel 2018-2019, con Vittozzi seconda, e 2019-2020, una stagione quest’ultima che ha visto Doro vincere anche de ori ai Mondiali di Anterselva»

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