Moltissime le associazioni che hanno partecipato

Con “Insieme con Assi” anche i paralimpici De Pellegrin e Giozzet: «È importante esserci»
BELLUNO. Molto spazio anche quest’anno alle associazioni di volontariato che promuovono la loro attività, si fanno conoscere sul territorio e regalano molti sorrisi.


Come l’associazione Insieme con Assi guidata dai due big del mondo paraolimpico Oscar De Pellegrin e Davide Giozzet, autori per la loro squadra della prima e dell’ultima frazione di gara in hand bike. «È sempre importante essere qui presenti», ha detto Giozzet, «in questo modo vogliamo promuovere la nostra attività, ma anche testimoniare che lo sport può essere fatto da tutti».


Tra le squadre legate al mondo del volontariato anche la Cooperativa Società Nuova, Insieme per Le Valli, il Comitato Pollicino, l’Associazione Italiana Celiachia, l’associazione Autismo Belluno, il Run & Fun Oltre Team Fibrosi Cistica e molte altre che hanno schierato tra i loro atleti molti ragazzi con difficoltà, bravissimi a restare in pista e a riscuotere applausi e incitamenti ad ogni giro, diffondendo simpatia e grande ammirazione da parte di tutti.


Da sottolineare, inoltre, la partecipazione con la squadra del Team Fibrosi Cistica del fuoriclasse Abdoullah Bamoussa. «Quest’anno ho voluto correre per un’associazione. È stato il mio regalo e sono molto felice di averlo fatto», ha detto l’atleta italo-marocchino vincitore della classifica assoluta maschile. «Non è stata la mia miglior prestazione. Sto riprendendo ad allenarmi da poco, ma la forma ancora non c’è e nemmeno la sto cercando, a causa di alcuni problemi fisici ai glutei. Dopo i mondiali di quest’estate a Londra sono stato totalmente fermo per oltre 20 giorni e ora sto ritornando a correre con calma, senza sforzare. Tra circa un mese farò qualche cross, ma non so cosa aspettarmi. Ho trascorso due anni importanti nella mia carriera di atleta; se ci saranno altre soddisfazioni ben vengano, altrimenti va bene così, sono contento per quello che ho fatto, per la famiglia e per i miei figli. Non ho rimpianti, se non quello di essere arrivato all’apice un po’ troppo “vecchio” (a 30 anni,
ndr
)».
(ma. vi.)




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