Mosca incorona il suo vice Toniolo. «Può diventare più forte di me»
«Francesco è un 2003 già strutturato fisicamente, l’importante è che continui a lavorare con impegno»
«Dopo dieci ed oltre stagioni non abbiamo ancora capito come fermarlo».
Lo hanno ripetuto in coro diversi allenatori, nel corso del girone d’andata. Riferendosi, ovvio, a Stefano Mosca. Terzino e uomo assist, nonché goleador considerate le due reti rifilate a Luparense e Cattolica. Non si può dire che questo sia il suo miglior campionato di sempre, ma solo perché di campionati “migliori” ne ha ormai giocati un’infinità. A sinistra la Dolomiti Bellunesi viaggia sul binario agordino, come faceva il Belluno dalla stagione 2009-2010.
Resta un vero e proprio fattore sull’out mancino e anche se gli anni passano, nel suo ruolo il classe 1990 si conferma uno dei giocatori più forti della categoria. Stefano, sei milanista se non sbaglio.
Viene quasi da chiedersi se tu ti ispiri a Theo Hernandez o se lui si ispira a Mosca…
«No no, fanno un altro sport, quei giocatori lì. Il cuore è rossonero comunque, anche se guardo poco le partite. Sai, a casa mi devo dedicare a Masha e Orso o ad altri cartoni animati... Però sì, quando lo vedo mi dico che è proprio devastante. Diciamo che ne ho di terzini forti che osservo con ammirazione. Qualche anno fa l’idolo era Paolo Maldini, naturalmente. Ma stravedevo anche per Serginho».
Francesco Toniolo sarebbe il tuo cambio naturale, avendo il piede mancino. Dopo la partita contro il Caldiero Terme, in cui ha giocato terzino destro, ci ha raccontato sorridendo che deve per forza cambiare ruolo: sei troppo forte, non ti si porta via il posto.
«Guarda, io di Francesco posso dire una cosa: può diventare anche più forte di me. E sono davvero sincero. Non accade spesso di trovare un ragazzo addirittura del 2003 già così ben strutturato dal punto di vista fisico e soprattutto sul pezzo se guardiamo all’aspetto mentale. Non esiste alcuna rivalità tra noi, ci mancherebbe. Ed occhio, non è una cosa da dare per scontata, perché nel calcio le rivalità possono crearsi eccome. Lui ha prospettive enormi, davanti a sé. L’importante è che continui a lavorare con l’impegno necessario e la testa giusta».
Sarà contento di leggere questa intervista Sergio Barzon, l’ex presidente del Belluno tra il 2009 e il 2011. Sei il suo idolo, ti metterebbe il voto 9 ad ogni partita…
«Stravede per me, in effetti. Di sicuro è una persona a cui voglio bene, e gli riconoscerò sempre il ruolo ricoperto in un momento molto difficile della storia gialloblù, quando per poco la squadra aveva rischiato di sparire».
A proposito, ora il Belluno è un capitolo che appartiene al passato, seppur sempre meraviglioso. Adesso c’è questa squadra unica con tutti i pro e i contro. Entusiasmo adesso, pressione quando i risultati non arrivavano…
«Sulle maggiori attenzioni nei nostri confronti, credo appartenga alla normalità delle cose. Le critiche fanno parte del gioco, così come l’entusiasmo attuale derivante dai risultati. Quelli fanno la differenza, come sempre. Ma noi stessi giocatori, nel momento in cui vinciamo, andiamo in campo con tutt’altro spirito rispetto a dopo una sconfitta. Il segreto però dopo è lavorare sempre con grande impegno».
Un passo alla volta, predica mister Renato Lauria.
«Ha ragione. Guardare troppo in avanti ritengo sia sbagliato. Dobbiamo darci dei piccoli traguardi da ottenere, perché tra l’altro ora ci aspetta il girone di ritorno dove cambiano le gerarchie. Sono i mesi in cui magari è meno complicato giocare contro chi non ha niente da chiedere, piuttosto di chi è chiamato ad ottenere punti salvezza».
Il 23 (si spera) a Mestre ripartirete da un bel quinto posto. E peccato per qualche punto lasciato per strada qua e là, soprattutto tra settembre ed ottobre.
«Quei due mesi lì i risultati non erano dalla nostra parte. Però certi passi falsi secondo me erano una conseguenza dell’aver messo assieme tre squadre. In campo dovevamo conoscerci, mentre al contrario in spogliatoio fin da subito è scattato il feeling giusto. Ora siamo ambiziosi, ma non basta questo per concretizzare tutto ciò in risultati. Dovremo essere bravi a continuare il nostro percorso al massimo».
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