Nadir Zortea, dal vivaio della Feltrese alla scudetto Primavera con l’Atalanta

. L’anno della Dea. E l’anno di Nadir Zortea. Sempre più protagonista in maglia nerazzurra. Da capitano, stavolta il terzino di Canal San Bovo, ma nato a Feltre ed ex giovanili della Feltrese ha alzato nientemeno che lo scudetto Primavera. Un trionfo bellissimo e strameritato, giunto dopo il girone di campionato dominato e i successi nei playoff contro Torino ed Inter.
Nel derby lombardo, disputato al Tardini di Parma, gol di Colley e tricolore cucito sul petto. Insomma, l’Atalanta ha vissuto una stagione semplicemente meravigliosa. Terzo posto e qualificazione alla prossima Champions League con i grandi, senza contare la Coppa Italia scivolata dalle mani solo in finale, e adesso pure lo scudetto dei giovani. A dimostrazione che lì a Bergamo lavorano bene fin dal principio.
In questo contesto, Nadir Zortea sta dimostrando sempre più di meritare determinati palcoscenici. Con 32 presenze e tre reti realizzate nella stagione appena conclusa, il ragazzo trentino è stato una delle colonne della Dea scudettata, grazie ad un rendimento che gli è valso anche la chiamata in Nazionale Under 20. Proprio la convocazione per il Mondiale di Enrico Del Prato, solitamente capitano della Primavera bergamasca, ha permesso a Nadir di ereditare la prestigiosa fascia in occasione di queste finali. E lui l’ha portata con pieno orgoglio e merito, prendendosi l’onore di alzare al cielo di Parma lo scudetto.
«L’emozione? Tantissima, naturalmente. Già vincere un campionato è stupendo, figurarsi quando lo fai indossando la fascia da capitano. Sono contento tra l’altro di essermi riscattato, dopo aver dovuto saltare le vincenti finali under 17 qualche anno fa».
L’ultimo atto ha confermato quanto emerso già nel girone di campionato.
«Esatto. Ci siamo incontrati noi, primi con 11 punti di vantaggio, e l’Inter seconda. Poi i playoff, si sa, fan storia a sé. Contro il Torino abbiamo vinto un po’ soffrendo ma tutto sommato meritando, mentre chiaramente venerdì contro l’Inter era necessario sudare le proverbiali sette camicie. L’importante in ogni caso era riportare a Bergamo lo scudetto primavera, mancante da 21 anni».
Il trionfo credo renda merito all’Atalanta. In un anno speciale per la prima squadra, il settore giovanile non è mai passato in secondo piano.
«Esatto. Oltre agli attuali lavori per rendere più moderno e funzionale lo stadio di Bergamo, è stata pure costruita una nuova palazzina a Zingonia tutta dedicata al vivaio. Negli ultimi due, tre mesi noi giocatori abbiamo potuto usufruirne a pieno».
Hai avuto modo di allenarti con i grandi?
«Sì, pur non ricevendo mai convocazioni in partite ufficiali. D’altronde la rosa era ampia e gli obiettivi assolutamente ambiziosi di classifica non consentivano molti esperimenti. Però spesso durante la settimana andavo assieme a loro e ciò aiuta a crescere tanto. D’altronde ti confronti con gente di assoluta esperienza in serie A».
Nel tuo futuro cosa vedi? Di solito questo è il momento dei prestiti per giocare con continuità.
«Nei prossimi giorni avremo modo e tempo di parlare tranquillamente dei prossimi anni, partendo dal contratto che ho sino al 2021. Il mio sogno è iniziare il ritiro precampionato a disposizione di mister Gasperini e dimostrare lì il mio valore, poi vedremo. Ovviamente, giocando la Champions, il livello si alza ulteriormente».
Da febbraio ha ricevuto alcune convocazioni con l’Italia under 20, quarta al mondiale polacco.
«Vero, però per una serie di circostanze sfortunate non ho potuto ancora scendere in campo per una sfida internazionale. Mi è dispiaciuto molto vederli uscire in semifinale, comunque si capiva che la squadra aveva grosse potenzialità».
E adesso?
«Adesso… ferie! Un paio di settimane a casa ed una al mare prima di riprendere a metà luglio». —
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