Pallamano Belluno, tre assi scandinavi per puntare all’A1
La Mondo Sport vuole il salto di qualità. Il norvegese Gjekstad: «La squadra ha gran potenziale, voglio portarla nella massima serie»
BELLUNO
Storia di una sera di metà agosto in cui pallamano divenne… handball. L’arrivo dei tre giocatori del Nord Europa alla Pallamano Belluno non ha soltanto portato una ventata di entusiasmo che si aggiunge all’euforia per l’imminente debutto nel campionato di serie A2 (il primo nella storia della pallamano bellunese). L’arrivo del norvegese Hermann Gjekstad, del danese Marxwell Frederiksen e dello svedese Joakim Danling, atterrati in Italia tra martedì e mercoledì scorso, cambierà, ed in parte ha già cambiato, anche il modo stesso di allenarsi.
Venerdì sera coach Darko Pranjic impartiva indicazioni ai suoi in italiano e in inglese. Una nuova lingua è entrata in funzione a Lambioi: quella della pallamano d’alto livello. Quella parlata da Hermann, Marxwell e Joakim.
Hermann Gjekstad
«Giocavo nella massima serie norvegese, ma volevo provare qualcosa di nuovo», esordisce Gjekstad, classe 1996, «così quando ho saputo che a Belluno ci sarebbe stato anche uno svedese, Danling, ho accettato la proposta di Pranjic e Ortese. Sono davvero onorato di essere qui. L’ambiente è davvero accogliente, così come lo staff. Se è meglio il clima di Belluno o quello norvegese? Qui a Belluno è meglio: pioverà anche, ma sono pur sempre dieci gradi in più».
Che cosa ti aspetti da questa stagione in Italia?
«È tutto nuovo per me, non conosco il livello della A2 italiana. Ma questa squadra ha molto potenziale. Il mio obiettivo è semplice: vincere tutte le partite e andare a giocare la A1 italiana con la maglia del Belluno. Con la mia esperienza e con il mio stile proverò a far sì che diventi realtà».
Marxwell Frederiksen
«Ho avuto i primi contatti con Darko Pranjic, mi ha parlato del progetto ed ero subito eccitato all’idea di venire a giocare qui», esordisce il danese classe 1998 Frederiksen, «mi sono chiesto perché non cogliere questa grande opportunità. Così da un primo semplice contatto sono arrivato qui. In Italia ho già giocato, ad Aversa, da novembre a maggio, pertanto mi sono già fatto un’idea della serie A2».
Che idea ti sei fatto?
«È un campionato in cui il livello tra squadre è molto diverso: ci sono quelle con grandi giocatori che puntano all’alta classifica e quelle che invece, per varie ragioni e difficoltà, non riescono a fare altrettanto. Belluno? Spero possa diventare una delle più forti».
Il tuo punto di forza?
«Sono un giocatore esplosivo».
Il punto debole?
«Devo migliorare la fase difensiva. È su quello che sono focalizzato, soprattutto».
Joakim Danling
«L’idea di essere parte fin dall’inizio di qualcosa di nuovo era davvero attraente», esordisce il giovane svedese, Danling, nato nel 2001, «ed è per questo che ho reputato Belluno la migliore scelta per me».
Come ti piace giocare?
«Mi piace usare molto la testa, cercare soluzioni diverse per aiutare la squadra».
Che idea ti sei fatto in queste prime ore alla Pallamano Belluno?
«Quella di un ambiente molto ambizioso. Vedo un sacco di opportunità e un potenziale notevole in questo gruppo. L’accoglienza è stata davvero calorosa».
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