Paola Padovan sogna: «È il mio miglior anno. E a settembre ci sono i Mondiali a Tokyo»

Atletica. Il 59,25 stabilito a Treviso è la quarta misura azzurra di sempre. La giavellottista: «Ora sto a Bologna e mi ha fatto bene il cambiamento»

Luca De Michiel
Paola Padovan mostra orgogliosa la misura ottenuta a Treviso
Paola Padovan mostra orgogliosa la misura ottenuta a Treviso

Sempre più distante il giavellotto di Paola Padovan. L’atleta dei Carabinieri ha fatto segnare un nuovo record personale, con un 59.25, che fa diventare la 29enne bellunese la quarta di sempre a livello nazionale. Il tutto è avvenuto domenica a Treviso nell’Atletica Triventa Meeting, con la campionessa che incrementa il suo primato di quasi due metri rispetto al 57.41 del 2018, mettendo a referto la miglior misura di un’azzurra dal 2017.

Paola, ti aspettavi di raggiungere questo risultato proprio domenica?

«Devo dire che c’era una situazione climatica non ottimale, ma fisicamente e mentalmente stavo bene. Sinceramente, questo risultato ce lo aspettavamo già da un po’ di tempo. Di fatto, mi è tornata una misura che c’è stata l’anno scorso ad Halle, ma che purtroppo fu “nulla”. Quindi diciamo che doveva solo succedere».

Quanto sei soddisfatta?

«È una soddisfazione enorme, che ripaga anni e anni di lavoro, ma è anche una bella responsabilità perché sono consapevole che sia io il presente del giavellotto italiano e che per rispondere alla falla del settore lanci-lunghi occorrà fare qualcosa di concreto».

Come valuti la stagione?

«⁠In termini di risultati è la migliore di sempre. Complici alcuni cambiamenti e scelte che ho preso, sia in termini di logistica di allenamento che di guida tecnica. Da ottobre, infatti, mi sono trasferita a Bologna nel centro sportivo dei Carabinieri. Mangio, dormo, mi alleno e studio in un unico posto, riuscendo a ricavarmi anche del tempo libero per riposare corpo e mente. Prima invece la routine era Belluno-Montebelluna in macchina, allenamento e ritorno».

Anche i miglioramenti nel tuo staff ti hanno aiutato?

«Da ottobre collabora con me e il mio allenatore Emanuele Serafin anche Antonio Fent, tecnico di giavellotto dei Carabinieri, con cui mi sto trovando benissimo. Assieme a lui stiamo correggendo aspetti tecnici per finalizzare una tipologia di lancio sempre più adatta alle mie qualità e doti fisiche».

Cosa ti piace di più dell’ambiente intorno all’atletica?

«Un aspetto che mi piace particolarmente di questo ambiente è che obbliga al confronto incessante con se stessi e con l’altro. E da questi dialoghi poi nascono vere e proprie amicizie».

I prossimi obiettivi?

«Punto a difendere il titolo italiano assoluto, poi a fare bene nella Coppa Europa di Madrid e ai Mondiali di Tokyo a settembre».

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